PAURA DI CADERE (Lo Straniero) (8)

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Prosegue in:

Con ‘Satana’ sulle torri (9/10)

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Paura di cadere (6)  &  (7)  &  (8)

Da:

i miei libri

 

(L’immagine in primo piano riflessa nel mondo 

della materia)

 

 

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Altra caduta perfettamente diversa…, una ‘caduta

normale’ di cui io fui il protagonista, successe nel

1907 sulla Parete Sud della Marmolada, che scala-

vo in compagnia del dott. Christo di Berlino…..

Ricordo che era il giorno del Corpus Domini e sen-

tivamo le campane di Alba che suonavano per la

processione….

 

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A metà circa fra l’attacco e la prima terrazza, e pre-

cisamente, sotto lo strapiombo, si esce… dal cami-

no a sinistra sulla parete, per rientrarvi più in alto…

Volli tentare di passare direttamente per lo strapiom-

bo, e ad un certo punto volai e caddi perpendicolar-

mente nel vuoto per una decina di metri, finché una

forte stretta della corda attorno alle costole mi disse

che la mia vita sarebbe continuata come prima……

 

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Del resto ero perfettamente tranquillo, come se aves-

si fatto un salto nella palestra di ginnastica, soltanto

mi sanguinava un po’ la nuca…. In un batter d’occhio,

raggiunsi il mio compagno che mi aveva salvato la vi-

ta, il quale se ne stava rannicchiato in fondo al camino,

pallido come se l’improvviso aeronauta fosse stato lui.

 

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Lazzaro uscente dal sepolcro non poteva essere stato

più pallido. Io invece ero menomamente impressiona-

to e continuai la salita come se nulla fosse successo!

Rapidamente… entrambe arrivammo alla cima….

Oggi ancora, dopo tanti anni, alla vigilia della resa dei

conti finali, con un piede nella sala delle udienze estre-

me, non so rendermi conto della diversità delle sensa-

zioni di queste due ultime cadute, con effetti, direi qua-

si, così paradossalmente opposti.

 

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Poiché posso giurare che al momento della mia caduta

sopra un vuoto di un centinaio di metri… non avvertii mag-

gior preoccupazione di un fatto di ordinaria amministra-

zione o di un molesto incerto del mestiere.

Perché? Perché? mi chiedo.

Forse perché la brevità dei Secondi, dal distacco dalla roc-

cia allo strappo della corda attorno alle costole, alla fine del-

la caduta, non rappresentò il Tempo matematicamente ne-

cessario per rendermene conto?

 

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O perché, a differenza della caduta del signor…., stavolta

non vi fu preavviso?

Eppure alla Marmolada io ero il protagonista, mentre alla

Winkler la mia era un’attività riflessa… Non credo che abbia

avuto il Tempo di fare i calcoli sulla resistenza della corda né

sulla forza fisica del mio compagno di quella sciagura terre-

na…

Misteri che saranno risolti quando saranno trovate le nostre

anime (ora come vedi in vetta…) in qualche altro luogo di que-

sta misera Terra, comunque la notte che seguì, invece, mi

 

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trovai in preda ad incubi paurosi con terrificanti cadute sopra

abissi spaventosi e valanghe di corpi umani, precipitati nel

vuoto (della materia… così malnutrita e concepita…), accom-

pagnate da un sinistro gracchiar di voce umane come corvi

affamati sopra lo scheletro di un cadavere in cima ad un Te-

schio non ancora altare….

La temperatura del corpo aumenta… e….

Perché sono caduto?……….

(Tita Piaz, A tu per tu con le… crode…)

 

 

 

 

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PAURA DI CADERE (Lo Straniero) (8)ultima modifica: 2014-03-26T00:00:06+01:00da giuliano106
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