IL VILLAGGIO (2)

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i miei libri

 

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C’erano insegne che pendevano da tutte le parti, per adescare

il viaggiatore; alcune tentavano di prenderlo per la gola, come

le insegne della taverna e della cantina; altre per la fantasia,

come le insegne dei negozi di stoffe e gioielli; altre ancora di

prenderlo per i capelli, o per i piedi, o per la camicia, come l’-

insegna del barbiere, del calzolaio o del sarto. Inoltre, c’era u-

no stabile e ancor più terribile invito a entrare in visita in ognu-

na di queste case, dove la compagnia era sempre attesa.

Di solito evitavo questi pericoli meravigliosamente: o proce-

dendo alla méta con coraggio e a precipizio, come si racco-

manda a quelli che devono fare la corsa al palo, oppure te-

nendo i miei pensieri su cose elevate, come Orfeo, il quale

‘cantando a voce spiegata le lodi degli dei sulla sua lira, co-

prì le voci delle Sirene e si tenne lontano dal pericolo’.

Talvolta sfrecciavo via all’improvviso e nessuno poteva dire

dove me ne fossi andato, ché non badavo molto essere ag-

graziato nei movimenti e non esitavo mai di fronte al buco

della siepe.

Era piacevolessimo, quando restavo in città fino a sera, lan-

ciarsi nella notte, specialmente se il tempo era buio e tem-

pestoso e da qualche brillante salotto del villaggio, o da qual-

che biblioteca, alzare le vele, con un sacco di farina di sega-

la o di granturco in spalla, verso il mio porto tranquillo, in

mezzo ai boschi, dopo avere chiuso tutto in coperta, ed es-

sermi ritirato sottocoperta con una gioiosa ciurma di pensieri,

lasciando fuori solo il mio uomo esterno, al timone, o persino

legando il timone, quando veleggiavo senza intoppi.

Avevo (ed…ho…) molti allegri pensieri, presso il fuoco in cabi-

na, ‘mentre veleggiavo’. Non fui mai tormentato o spinto fuori

rotta qualunque tempo facesse, sebbene incontrassi certe

violente tempeste.

E’ più buio di quanto si creda, nei boschi, persino nelle notti nor-

mali. Spesso dovevo alzare lo sguardo alle zone di cielo tra le

cime degli alberi, sopra il sentiero, per sapere dove mi trovavo,

e dove non c’era il sentiero carraio dovevo cercare con i piedi

la leggera traccia che avevo lasciato le altre volte che ero pas-

sato; oppure, dovevo guidarmi con certi alberi che conoscevo

e sentivo con le mani, per esempio passando tra due pini a

non più di diciotto pollici di distanza l’uno dall’altro, in mezzo ai

boschi, invariabilmente, nella notte più fonda.

(Thoreau, Walden o vita nei boschi)

 

 

 

 

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IL VILLAGGIO (2)ultima modifica: 2014-10-06T00:00:45+02:00da giuliano106
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