GIU’ NELL’ALBERGO (16)

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Giù nell’albergo….

…. Ma vi ha una folla che si affaccia curiosa ed attenta

al mistero incompreso: sciami di fanciulle, interi collegi

di giovinetti che vedono un ghiacciaio per la prima vol-

ta e riempiono di esclamazioni di sorpresa il piccolo

piazzale dell’albergo, così vicino al mare di ghiaccio che

sembra di potervi lanciare un sasso; uomini gravi, signo-

re attempate, qui giunti a mulo o sulla lettiga; si avvolgo-

no negli scialli, presi da un grande brivido, guardano at-

torno con gesti di stupore, quasi impauriti dalla vastità e

dalle altezze, e si coprono il ciglio abbagliati dal fulgore

delle nevi.

Si vedono occhi indifferenti che hanno guardato mezzo

il mondo farsi attenti a contemplare a lungo lo spettaco-

lo inatteso; volti chiusi, che recano l’impronta delle cure

quotidiane della vita, aprirsi ad una esaltazione insolita.

Guardano in alto… e gridano increduli se vi siano dei

pazzi che salgono lassù; ma forse nell’animo loro intui-

scono o mimano confusamente una forma di vita a lo-

ro ignota, alle vie rumorose ed ai ricchi palazzi delle cit-

tà ed incominciano a meditare se, per commettere cer-

te follie, o nel loro gergo, pazzie, non sia mestieri avere

un cervello perfettamente equilibrato….

Questi sono i profani che urlano muti con il ghigno fra

le mani, non varcano la soglia del Tempio, non cono-

scono il Tempo, ed io, nel loro urlo di furore li rispetto,

perché essi sono venuti a contemplare o rubare la glo-

ria eterna dei monti e forse perché spero che oltre al lo-

ro bicchiere di gazzosa liscia o al doppio malto…, pro-

vino in cuor loro di salire un gradino più in alto cui la

strana materia che li accompagna comanda un vile ed

… antico destino…..

Poi vi sono altri uomini, giunti quassù spogli d’ogni altro

pensiero consueto ed iniziano una nuova vita. Qui non

pensano ad altro che alla loro montagna, non ragiona-

no di altro.

Sembra un convento di alpinisti, e le vette attorno sono

gli altari ove essi vanno a compiere ed officiare i sacri ri-

ti: riti misteriosi, riti di pazzi, lontani dalla vista degli altri

uomini (che anche se scrutano attenti.. non comprendo-

no e potranno comprendere), terribili talora, indesiderati;

e quegli che ha compiuto il rito più terribile viene conside-

rato il più santo, o il più diavolo, o per chi è entro il Tempio

del Tempo: il più pazzo.. da immolare all’altare di un futu-

ro ciarlatano….

 

(Guido Rey, Alpinismo acrobatico)

 

 

 

 

 

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GIU’ NELL’ALBERGO (16)ultima modifica: 2014-04-03T00:09:53+02:00da giuliano106
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