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…. Ma vi ha una folla che si affaccia curiosa ed attenta
al mistero incompreso: sciami di fanciulle, interi collegi
di giovinetti che vedono un ghiacciaio per la prima vol-
ta e riempiono di esclamazioni di sorpresa il piccolo
piazzale dell’albergo, così vicino al mare di ghiaccio che
sembra di potervi lanciare un sasso; uomini gravi, signo-
re attempate, qui giunti a mulo o sulla lettiga; si avvolgo-
no negli scialli, presi da un grande brivido, guardano at-
torno con gesti di stupore, quasi impauriti dalla vastità e
dalle altezze, e si coprono il ciglio abbagliati dal fulgore
delle nevi.
Si vedono occhi indifferenti che hanno guardato mezzo
il mondo farsi attenti a contemplare a lungo lo spettaco-
lo inatteso; volti chiusi, che recano l’impronta delle cure
quotidiane della vita, aprirsi ad una esaltazione insolita.
Guardano in alto… e gridano increduli se vi siano dei
pazzi che salgono lassù; ma forse nell’animo loro intui-
scono o mimano confusamente una forma di vita a lo-
ro ignota, alle vie rumorose ed ai ricchi palazzi delle cit-
tà ed incominciano a meditare se, per commettere cer-
te follie, o nel loro gergo, pazzie, non sia mestieri avere
un cervello perfettamente equilibrato….
Questi sono i profani che urlano muti con il ghigno fra
le mani, non varcano la soglia del Tempio, non cono-
scono il Tempo, ed io, nel loro urlo di furore li rispetto,
perché essi sono venuti a contemplare o rubare la glo-
ria eterna dei monti e forse perché spero che oltre al lo-
ro bicchiere di gazzosa liscia o al doppio malto…, pro-
vino in cuor loro di salire un gradino più in alto cui la
strana materia che li accompagna comanda un vile ed
… antico destino…..
Poi vi sono altri uomini, giunti quassù spogli d’ogni altro
pensiero consueto ed iniziano una nuova vita. Qui non
pensano ad altro che alla loro montagna, non ragiona-
no di altro.
Sembra un convento di alpinisti, e le vette attorno sono
gli altari ove essi vanno a compiere ed officiare i sacri ri-
ti: riti misteriosi, riti di pazzi, lontani dalla vista degli altri
uomini (che anche se scrutano attenti.. non comprendo-
no e potranno comprendere), terribili talora, indesiderati;
e quegli che ha compiuto il rito più terribile viene conside-
rato il più santo, o il più diavolo, o per chi è entro il Tempio
del Tempo: il più pazzo.. da immolare all’altare di un futu-
ro ciarlatano….
(Guido Rey, Alpinismo acrobatico)