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Un primo passo ‘storico’
dedicato alla memoria di
JFK, di Bobby…
… e alla civiltà…..
armi convenzionali firmato trattato……
….Era chiaro a tutti noi (persone razionali, coscienti, e
forse anche intelligenti…) che, in quella tarda estate
del 1963, tutto quell’andare su e giù dall’ufficio di Ba-
nister difficilmente sarebbe potuto passare inosserva-
to a tutte quelle agenzie governative.
Ci mettevamo nei panni degli agenti federali che si
trovavano nelle vicinanze e cercavamo di visualiz-
zare la scena…..
Per cominciare c’era quel David Ferrie, prete spreta-
to prima, e pilota di linea radiato poi, sempre in vena
di strane confidenze.
Avventuriero corrotto e un tantino feroce, con la sua
parrucca fatta in casa di mohair color rossiccio, e con
quelle sue grandi sopracciglia posticce mai al posto
giusto, amico inseparabile di Guy (chi è Guy, direte
voi, non mi dilungo leggete il biglietto qui sotto, è lui
l’investigatore a tutte le ore, non io, che sono un sem-
plice scribacchino malvisto del suo nero taccuino…,
ma è storia…, amico mio……).
Ferrie soffriva di alopecia, una malattia che rende le
sue vittime completamente calve, della stessa calvizia
di Mussolini, per intenderci….
Nel suo continuo andare e venire da quell’ufficio, esclu-
si i giorni in cui si recava oltre il lago Pontchartrain per
curare l’addestramento alla guerriglia degli esiliati cuba-
ni, vestiva spesso con tuta verde e stivali militari.
Poi come già detto c’era lo stesso Banister.
L’austero e impeccabile ex capo dell’ufficio dell’FBI di
Chicago, che necessariamente conosceva bene un buon
numero di colleghi del suo ex servizio di intelligence, e
che sicuramente avrà avuto l’abitudine di salutarne al-
cuni, con cui magari sarà stato solito scambiare anche
qualche chiacchiera.
Poi c’era il malcapitato Lee Harvey Oswald, un giova-
notto magro, dal portamento eretto grazie ai suoi anni
passati nel corpo dei marine, che regolarmente se ne
usciva dall’ufficio di Banister con un bel pacco di vo-
lantini con scritte delle cose sufficienti a far rizzare i
capelli in testa a un normale agente federale.
E poi quei cubani anticastristi, con la pelle un po’ più
scura della media, come tanti replicanti di Oswald, mol-
ti dei quali non rasati, con le loro tutte color verde e gli
stivali neri, che salivano e scendevano per le scale che
portavano all’ufficio (ancora non siamo arrivati ai sot-
terranei di .. Ruby….) di Banister (c’è un Banister bianco
ed uno rosso, dovunque vi troviate…).
E il più delle volte erano individui che parlavano soltan-
to lo spagnolo, talvolta anche un dialetto incomprensibil-
mente… russo o di qualche sua remota regione….
In più, alcuni di loro, andando e venendo dal campo di
addestramento, si portavano con loro anche le sacche
militari.
E poi, come se non bastasse, gli agenti del Secret Service
e della Naval Intelligence, dal lato di fronte della strada,
si sarebbero dovuti stufare di assistere a quel movimento
di casse di munizioni, di fumenti, di oppio, di orina, di …,
e molto altro ancora…., dimenticavo le immancabili casse
di munizioni dirette o provenienti (dai tempi del Genera-
le Crook nella guerra agli Indiani…) dall’ufficio di Bani-
ster: fucili, bombe a mano, mine terrestri, polvere bian-
ca, insomma tutto quello che veniva messo assieme per
la guerra segreta contro…. (il nemico)….
Durante l’intero periodo di quella estate così trafficata
del 1963 (l’anno mi pare a questo punto un inutile detta-
glio…), tutto quello che gli agenti del Secret Service e del-
l’ONI avrebbero avuto da fare sarebbe stato di accupar-
si semplicemente di quanto avevano lì a portata di ma-
no, di qualunque cosa si trattasse.
Io e pochi altri, in questo teatro dai contorni felliniani,
ci chiedemmo (col permesso dell’uomo di colore di tur-
no, promosso in grado…) ad alta voce (ma non troppo…)
se non fosse noto in anticipo che l’operazione di Banister,
con la sua sistematica e aperta violazione del Neutrality
Act (… allora, della violazione della privacy.., ora…), non
godesse di una certa protezione presso le varie agenzie
federali d’informazione.
Per la verità la dichiarazione grossolanamente incom-
pleta dell’FBI a proposito del raid a nord del lago Pont-
chartrain, a conti fatti, era equivalsa a un’enorme coper-
tura delle continue e più sostanziose violazioni del Neu-
trality Act operate dal gruppo di Banister, una copertu-
ra proveniente dall’interno stesso dell’intelligence di
New Orleans.
Per me era chiaro che l’FBI, col suo pubblicizzato ‘raid’
avesse agito nell’intento di dare l’impressione di segui-
re le direttive del Presidente, mentre la parte essenziale,
con interessi economici per tutti gli addetti ai lavori, ve-
niva portata avanti da Banister (… allora; ora non sappia-
mo che nome porti…, in ogni luogo dove c’è un Guy……).
Ottenni una copia del rapporto del Secret Service sulle
indagini al 544 di Camp Street, l’ingresso dell’ufficio
di Banister, e lo distribuii al mio staff.
La sintesi di quel rapporto, datato…. (ed anche questo
è un inutile dettaglio, visto che le cose da allora sono an-
date peggiorando…) 1963, diceva che un’ ‘estesa indagi-
ne’ aveva rivelato che nessuno a quell’indirizzo ricorda-
va di aver mai visto Lee Harvey Oswald.
Questo stesso documento proseguiva affermando che
nessun tipo di collegamento era stato scoperto presso
quell’indirizzo…
Anche un profano, nel cui palazzo Barnum & Bailey
stessero gestendo un circo, non avrebbe avuto bisogno di
vedere così tanti elefanti prima di accorgersi che non era-
no dei normali vicini….
Era opinione generale del mio gruppo informale d’indagi-
ne che il circo al 544 di Camp Street non fosse stato così
invisibile come il rapporto del Secret Service cercava di
fare intendere.
Non ne eravamo ancora certi (noi siamo certi…), ma ci
stavamo imbattendo nei primi segnali che esisteva (esi-
ste) una forza nel nostro (ed in ogni paese…) che, a qua-
lunque costo, per superiori interessi economici, voleva
(allora… come ora…) che la Guerra Fredda e anche quel-
la ‘calda’ in… (………) continuassero….
Concludo…, non voglio rovinare la cena né a Ruby né al-
le sue promettenti ballerine, nonché ai suoi nuovi clienti
ed alleati……
(J. Garrison, JFK sulle tracce degli assassini)