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…… Da allora sono diventato vecchio, senza che mi abbia
abbandonato del tutto la capacità di parlare con me stesso
mediante i sogni, facendomi a volte ammaestrare o guida-
re con delicatezza da loro, ma anche senza che la vita del
sogno abbia riacquistato quell’attuale urgenza e importan-
za che un tempo aveva avuto per un certo periodo.
Da allora in me si sono alternate fasi in cui mi ricordo dei
miei sogni ed altre in cui al mattino me li sono completa-
mente dimenticati.
Ma i sogni mi sorprendono, e i sogni altrui non meno dei
miei, per l’instancabile, inesauribile gioco della loro creati-
va, per la loro arte combinatoria tanto puerile quanto inge-
gnosa, per il loro umorismo spesso irresistibile.
Una certa familiarità col mondo dei sogni e lunghe rifles-
sioni sull’aspetto artistico dell’arte del sogno hanno avuto
un influsso su di me anche come artista.
Io ho avuto sempre simpatia per l’aspetto ludico dell’arte,
e già da ragazzo e da giovane spesso e con grande diverti-
mento, per lo più solo per me stesso, ho praticato una
sorta di poesia surrealista, lo faccio ancora oggi, per esem-
pio nelle ore insonni del primo mattino, naturalmente senza
trascrivere queste creazioni simili a bolle di sapone.
E in questi giochi, e nel riflettere sugli ingenui artifici del
sogno e su quelli non ingenui dell’arte surrealista, il cui go-
dimento e il cui esercizio procurano tanto divertimento e
così poco sforzo, mi si è anche chiarito perché io, come poe-
ta debba rinunciare all’esercizio di questo tipo di arte.
Io me lo permetto, con la coscienza tranquilla, nella sfera
privata: in vita mia ho fatto migliaia di versi e motti surrea-
listi e lo faccio ancora, ma il genere di moralità (e cultura)
e di responsabilità artistica a cui con gli anni sono perve-
nuto non mi permetterebbe più di applicare questo modo
produttivo del privato e dell’irresponsabile all’ambito della
mia produzione seria (purtroppo questi sono i limiti ogget-
tivi cui il genio deve sottostare alle condizioni della medio-
crità altrui, altrimenti la capacità creativa viene confusa e ba-
rattata per altro…..).
(H. Hesse, La Natura ci parla)