Precedente capitolo:
Unamuno: l’inganno & la paura (1)
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La paura, sì, la paura della morte e della vita, e soltanto
essa, non ci fa né udire né vedere direttamente; vale a
dire vedere e udire all’indietro, verso il mondo sostan-
ziale della fede.
La paura ci nasconde la verità, e la paura stessa, quan-
do poi si addensa in angoscia, ce la rivela.
Don Chisciotte comandò a Sancio che si ritirasse, poiché
colui che vede soltanto con gli occhi della carne è più d’im-
piccio che d’aiuto in occasione d’avventure, e senza far caso
delle grida del senso comune terreno, assalì l’esercito di ‘Ali-
fanfarone di Trapobana’.
E lì trafisse a colpi di lancia quanti agnelli gli piacque, co-
me Pizaro e i suoi trafissero nel cortile di Cajamarca i servi-
tori dell’inca Atahualpa che neppur tentavano di difendersi
Non così si comportarono però i pastori dei trapobanesi,
che macinarono perbenino don Chisciotte a sassate, buttan-
dolo giù da cavallo.
Così tornò a toccar terra con l’intero suo corpo il Cavaliere,
per recuperare, come Anteo, le proprie forze a quel sol con-
tatto. E mentre così giaceva, la voce del senso comune arrivò,
per bocca di Sancio, ad ammonirlo, ripetendo che erano peco-
re; ma egli seppe opporre la propria fede alle incantagioni del
Maligno che lo perseguitava.
E consolò Sancio, la cui fede vacillava nuovamente, con paro-
le evangeliche.
Quindi toccò loro l’avventura del corpo morto, in cui tutto il
merito consistette nel fatto che, pur avendo quella fantastica
visione incominciato a far rizzare i capelli in testa a don Chi-
sciotte, questi seppe vincere la paura delle cose fantastiche –
lui che non aveva alcun timore di quelle reali – e in premio di
siffatta vittoria mise in fuga gli scamiciati che scambiarono
don Chisciotte per un diavolo dell’inferno.
Gli esseri fantastici si vincono con ciò che è fantastico, e con
la paura si vincono gli spaventatori.
E la paura stessa giunge a tal punto che, se non uccide la pro-
pria preda, si eleva e si converte, attraverso l’angoscia, in va-
lore.
(Miguel de Unamuno, Vita di don Chisciotte e Sancio Panza)
P.S. Per non recare offesa alcuna ad Unamuno, ed,
anche per questo, neppure al curatore del presente
blog, affinché Don Chisciotte, per tutti i penniven-
doli della casta (e non), non venga confuso con quel-
la più Trista Figura, che invade le cronache da loro
curate.
Qui si naviga nel serio regno (nel bosco) della lettera-
tura, ma che dico…della filofia, dell’eresia, della teolo-
gia,… e molto altro ancora.
Per cui non si faccia cirlatana confusione:
…Quindi non si faccia qui confusione,
fra un vero e pazzo cavaliere,
e un ricco e povero stalliere,
nominato cavaliere,
e tutta la sua fiera e nutrita…
corte….:
penne, pennete e vecchie osterie,
che la panza è la loro vera sola
et unica creanza…
(quale vera et unica sostanza)!