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Dall’Alchimia all’Algenia (20) &
Nuova cosmologia compiuta (19) &
Un genio al servizio di quale Dio?
Prosegue in:
Foto del blog:
Primo Dialogo con la Creazione (1) &
Primo Dialogo con la Creazione (2)
Da:
(Da l’alchimia)
Un algenitista considera il mondo vivente una realtà ‘in
potentia’.
A questo riguardo, l’algenitista non pensa a un organismo
come a un’entità distinta e separata, ma piuttosto come a
una serie di rapporti temporanei posti in un contesto in
movimento, in procinto di diventare qualcosa d’altro.
Per l’agenitista, i confini di specie sono soltanto delle co-
mode etichette atte a identificare una condizione biologi-
ca o una relazione che ci è familiare, non sono muri im-
penetrabili che separano le varie piante e i vari animali.
Thomas Eisner, professore di Biologia e direttore dell’Isti-
tuto di ricerca sull’ecologia chimica della Cornell Univer-
sity a Itacha, New York, propone di ripensare la nostra
idea di ‘specie’.
Dopo i recenti progressi registrati sul terreno dell’inge-
gneria genetica (una specie biologica) deve essere vista
come un contenitore di geni potenzialmente trasferibi-
li. Una specie non è semplicemente un volume rilegato
della biblioteca della natura. E’ anche un libro ad anel-
li, le cui singole pagine, i geni, possono essere trasferiti
da una specie all’altra.
Gli algenetisti sostengono che tutte le cose viventi sono
riconducibili a un materiale biologico di base, il Dna,
che può essere estratto, manipolato, ricombinato e pro-
grammato mediante una serie di elaborate procedure
da laboratorio, in un infinito numero di combinazioni.
Rielaborando i materiali bilogici con l’ingegneeria ge-
netica, l’agenetista può creare ‘imitazioni’ di organismi
biologici già esistenti che reputa dotati di natura supe-
riore rispetto a quelli copiati.
Lo scopo finale dell’algenitista è quello di costruire l’or-
ganismo ‘perfetto’. Lo ‘stato aureo’ è lo stato dell’effici-
enza ottimale. La natura per lui è un ordine gerarchico
di sistemi viventi sempre più efficienti.
L’algenitista è l’estremo ingegnere.
Il suo scopo è quello di ‘accelerare’ il processo naturale,
programmando nuove creazioni più ‘efficienti’ di quel-
le già esistenti allo stato naturale.
L’algenia (il secondo gradino della rivoluzione carte-
siana) è filosofia e processo.
E’ allo stesso tempo un modo di percepire la natura (e
con essa purtroppo l’intera …realtà…) e un modo di a-
gire su di essa.
Ci stiamo spostando dalla metafora dell’alchimia a …
quella dell’algenia.
I vantaggi a breve termine di questo straordinario nuo-
vo potere sono allettanti. Tuttavia la storia ci ha insegna-
to che ogni nuova rivoluzione tecnologica porta con sé
non solo benefici, ma anche costi.
Più la tecnologia è in grado di espropriare e di controlla-
re le forze della natura, più alto è il prezzo che dovremo
pagare in termini di sconvolgimento e di distruzione de-
gli ecosistemi sociali che sostengono la vita….
(Jeremy Rifkin, Il Secolo biotech)