(dall’alchimia) ALL’ ‘ALGENIA’ (21)

Precedenti capitoli:

Dall’Alchimia all’Algenia (20) &

Nuova cosmologia compiuta (19) &

Un genio al servizio di quale Dio?

Prosegue in:

Motore immoto (22) 

Foto del blog:

Primo Dialogo con la Creazione (1) &

Primo Dialogo con la Creazione (2)

Da:

i miei libri

  

 

all'algenia

 

 

 

 

 

 (Da l’alchimia)

 

Un algenitista considera il mondo vivente una realtà ‘in

potentia’.

A questo riguardo, l’algenitista non pensa a un organismo

come a un’entità distinta e separata, ma piuttosto come a

una serie di rapporti temporanei posti in un contesto in

movimento, in procinto di diventare qualcosa d’altro.

Per l’agenitista, i confini di specie sono soltanto delle co-

mode etichette atte a identificare una condizione biologi-

ca o una relazione che ci è familiare, non sono muri im-

penetrabili che separano le varie piante e i vari animali.

Thomas Eisner, professore di Biologia e direttore dell’Isti-

tuto di ricerca sull’ecologia chimica della Cornell Univer-

sity a Itacha,  New York, propone di ripensare la nostra

idea di ‘specie’. 

Dopo i recenti progressi registrati sul terreno dell’inge-

gneria genetica (una specie biologica) deve essere vista

come un contenitore di geni potenzialmente trasferibi-

li. Una specie non è semplicemente un volume rilegato

della biblioteca della natura. E’ anche un libro ad anel-

li, le cui singole pagine, i geni, possono essere trasferiti

da una specie all’altra. 

Gli algenetisti sostengono che tutte le cose viventi sono

riconducibili a un materiale biologico di base, il Dna,

che può essere estratto, manipolato, ricombinato e pro-

grammato mediante una serie di elaborate procedure

da laboratorio, in un infinito numero di combinazioni.

Rielaborando i materiali bilogici con l’ingegneeria ge-

netica, l’agenetista può creare ‘imitazioni’ di organismi

biologici già esistenti che reputa dotati di natura supe-

riore rispetto a quelli copiati.

Lo scopo finale dell’algenitista è quello di costruire l’or-

ganismo ‘perfetto’. Lo ‘stato aureo’ è lo stato dell’effici-

enza ottimale. La natura per lui è un ordine gerarchico

di sistemi viventi sempre più efficienti.

L’algenitista è l’estremo ingegnere.

Il suo scopo è quello di ‘accelerare’ il processo naturale,

programmando nuove creazioni più ‘efficienti’ di quel-

le già esistenti allo stato naturale.

L’algenia (il secondo gradino della rivoluzione carte-

siana) è filosofia e processo.

E’ allo stesso tempo un modo di percepire la natura (e

con essa purtroppo l’intera …realtà…) e un modo di a-

gire su di essa.

Ci stiamo spostando dalla metafora dell’alchimia a …

quella dell’algenia.

I vantaggi a breve termine di questo straordinario nuo-

vo potere sono allettanti. Tuttavia la storia ci ha insegna-

to che ogni nuova rivoluzione tecnologica porta con sé

non solo benefici, ma anche costi.

Più la tecnologia è in grado di espropriare e di controlla-

re le forze della natura, più alto è il prezzo che dovremo

pagare in termini di sconvolgimento e di distruzione de-

gli ecosistemi sociali che sostengono la vita….

(Jeremy Rifkin,   Il Secolo biotech)

 

 

 

 

all'algenia