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Oggi, infatti, sembra tanto disonorevole coltivare la
poesia quanto lo sembrava un tempo arricchirsi diso-
nestamente.
Certo, non per questo rinuncerò all’aiuto che può ve-
nirmi dalle Muse. Ho visto anche i barbari, al di là
del Reno, cantare canti selvatici, composti proprio
come gracchiano gli uccelli che sollevano urla aspre,
e godere nei canti.
Penso infatti che capiti la stessa cosa ai cattivi cantori,
insopportabili al pubblico, gradevolissimi a sé stessi;
e anch’io, volgendo questo nella mente, sono solito
ripetere a me stesso il detto di Ismenia, certo non con
identico fondamento, ma, come sono persuaso, con
uguale fierezza:
che canterò per le Muse e per me stesso.
(Giuliano Imperatore, Misopogon)