LA PESTE UMANA (2)

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La peste umana

Prosegue in:

Armonia e disarmonia &

La peste (40)

Foto del blog:

Alexey

Sergeev

Da:

Frammenti in rima


 

la peste umana 2








Non soltanto il principio economico secondo il quale è

più conveniente produrre in serie gli elementi costrutti-

vi, ma anche il fattore livellatore della moda, fanno sì

che ai margini dei centri urbani di tutti i paesi civilizza-

ti sorgano centinaia di abitazioni di massa che si distin-

guono fra loro solo per i loro numeri civici; esse infatti

non meritano il nome di ‘case’ dal momento che, tutt’al

più si tratta di batterie di stalle (e come tali i suoi occu-

panti vengono utilizzati) per ‘uomini da lavoro’ chiama-

ti così proprio per analogia con i cosiddetti ‘animali da

lavoro’.

 

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L’allevamento di galline livornesi in batterie viene giu-

stamente considerato una tortura per gli animali e una

vergogna della nostra civiltà. 

L’applicazione di metodi analoghi all’uomo è invece 

considerata del tutto lecita, anche se proprio l’uomo 

sopporta meno di tutto questo trattamento che è disu-

mano nel vero senso della parola.

La coscienza del proprio valore da parte dell’uomo 

normale favorisce a giusto titolo l’affermazione della 

sua personalità.

 

la peste umana 2


L’uomo non è stato costruito nel corso della filogenesi

per essere trattato come una formica o una termite, ele-

menti anonimi e intercambiabili di una collettività di 

milioni di individui assolutamente uguali tra loro.

Basta guardare un gruppo di orticelli di periferia per

capire quali effetti può produrre l’impulso dell’uomo

a esprimere la propria individualità.

A chi abita nelle batterie degli ‘uomini da lavoro’ resta

una sola via per conservare la stima di sé: essa consiste

nel rimuovere dalla coscienza l’esistenza dei molti com-

pagni di sventura e nel rinchiudersi in assoluto isola-

mento.

 

la peste umana 2


In molte abitazioni di massa i balconi dei singoli appar-

tamenti sono separati da tramezzi che nascondono la

vista del vicino.

Non si può né si vuole stabilire con lui un contatto so-

ciale ‘attraverso la grata’ perché ha troppa paura di ve-

dere riflessa nel suo volto la propria immagine dispe-

rata.

Anche per questa via gli agglomerati umani conducono

alla solitudine e all’indifferenza verso il prossimo. Il sen-

so estetico e quello della morale sono evidentemente

strettamente collegati, e gli uomini che sono costretti a 

vivere nelle condizioni sopra descritte vanno chiaramen-

te incontro all’atrofia di entrambi.

 

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Sia la bellezza della natura sia quella dell’ambiente cultu-

rale creato dall’uomo sono manifestatamente necessarie

per mantenere l’uomo psichicamente e spiritualmente sa-

no.

La totale cecità psichica di fronte alla bellezza in tutte le

sue forme che oggi dilaga ovunque così rapidamente, co-

stituisce una malattia mentale che non va sottovalutata, 

se non altro, perché va di pari passo con l’insensibilità 

verso tutto ciò che è moralmente condannabile.

 

la peste umana 2


Coloro cui spetta la decisione di costruire una strada, o

una centrale elettrica o una fabbrica che deturperà per 

sempre la bellezza di una vasta zona sono del tutto in-

sensibili alle istanze estetiche ed anche alla bellezza.

Dal sindaco di un piccolo paese al ministro dell’econo-

mia di una grande nazione, tutti sono d’accordo nel rite-

nere che non valga la pena di fare sacrifici economici, e

tanto meno politici, per difendere la bellezza del pae-

saggio (figuriamoci per la cultura in esso…).

I pochi scienziati (e non…..) difensori della natura che

vedono lucidamente approssimarsi la tragedia sono to-

talmente impotenti……. di fronte all’imbecillità o alla…

peste umana….

(K. Lorenz, Gli otto peccati capitali della nostra civiltà)

(Foto di: A. Sergeev)






 

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LA PESTE UMANA (2)ultima modifica: 2013-08-05T00:00:00+02:00da giuliano106
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