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negli stessi anni: un pioniere dell’ecologia G.P. Marsh
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Una notizia:
Bob Kennedy jr e figlio arrestati davanti alla Casa Bianca
Quando Muir sbarca a San Francisco la ferrovia che
collegherà la costa atlantica con il Pacifico non è an-
cora terminata; la via più breve per la California pas-
sa da Panama: due viaggi in nave con l’intermezzo di
un viaggio in treno.
La California è terra di frontiera: voci di investimenti
così redditizi da raddoppiare il capitale ogni due anni,
di una terra fertile oltre ogni immaginazione, di fortu-
ne colossali nascoste negli atti delle concessioni mine-
rarie percorrono l’America esasperata dalla Guerra
Civile e richiamano folle.
San Francisco cresce a ritmo frenetico, le attività
commerciali si moltiplicano, lo sfruttamento del-
le risorse procede avido e disordinato.
Muir sbarca a San Francisco attratto non dalla
prospettiva del denaro ma dal mito di una natu-
ra che non ha l’eguale al mondo.
Quello che vede quando si inoltra nella Sierra è
superiore a ogni aspettativa: dopo il viaggio nel-
la Sierra, Muir si stabilisce in una piccola capan-
na di tronchi ai piedi di Yosemite Fall e vi resta
sei anni.
Osserva, contempla, studia.
Nel 1871 comincia a pubblicare i risultati delle sue
osservazioni: le sue teorie sull’origine glaciale della
valle susciteranno lo sdegno e lo scherno dei più emi-
nenti glaciologi dell’epoca, ma alla fine si rileveran-
no corrette.
Scienziati, scrittori, pensatori cominciano a fargli vi-
sita. Un giorno compare Ralph Waldo Emerson, il più
influente pensatore americano dell’epoca.
Ha 68 anni; quando se ne va, alla lista dei saggi che ha
conosciuto aggiunge il nome del poco più che trenten-
ne rustico boscaiolo che lo ha portato ad ammirare le
sequoie di Mariposa Grove.
Qualche anno dopo Muir comincia a passare gli in-
verni a San Francisco, soprattutto per scrivere.
Ai mesi sedentari seguono lunghe esplorazioni.
Nel 1879 visita l’Alaska: altra grande passione del-
la sua vita. Vi tornerà altre cinque volte, scoprirà
ghiacciai e baie sconosciute, scalerà montagne.
Nel 1880 sposa la figlia di un frutticultore e per poco
meno di un decennio si dedica all’azienda del suoce-
ro.
Nel 1889 gli amici lo convincono che la causa della
difesa della natura ha bisogno di lui: lo schivo aman-
te della wilderness dedicherà gli ultimi quindici anni
della sua vita a combattere per la creazione di aree
protette.
Tutti i parchi americani istituiti in quegli anni a
cominciare da quello di Yosemite, devono la loro
esistenza in gran parte alla sua opera.
E’ un momento cruciale nella storia dell’Ovest: la
frontiera deve darsi una coscienza civile per di-
ventare stato.
E’ una battaglia contro interessi potenti: Muir l’a-
veva prevista fin dal suo primo viaggio nella Sier-
ra. Politici locali, speculatori, industriali del legno,
allevatori da una parte; un manipolo di ostinati
dall’altra; un’opinione pubblica distratta nel mez-
zo.
Muir pubblica un libro dopo l’altro, scrive articoli,
porta la gente a vedere di persona le meraviglie che
non si devono abbandonare agli interessi privati,
vince le diffidenze: l’esiguo gruppo iniziale si am-
plia, nel 1892 viene fondato il Sierra Club, a tutt’-
oggi forse la più autorevole istituzione americana
per la difesa dell’ambiente.
Muir ne diventa primo presidente.
Molte vittorie, una grande sconfitta: nel 1913, dopo
anni di battaglie, viene approvata la costruzione di
una diga che della valle di Hetch Hetchy farà una
riserva d’acqua per San Francisco: ‘l’altra Yosemi-
te’ sparirà per sempre.
Muir muore l’anno dopo, amareggiato.
“Col tempo capiranno”,….dice.
(J. Muir, La mia Prima estate sulla Sierra)