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…..Gli occhiali primitivisti e ruralisti indossati dalla maggior
parte degli osservatori sono i principali responsabili del fatto
che ci stupiamo per la presenza sin dal dopoguerra di mafiosi
sulle rotte del contrabbando internazionale dei tabacchi o nel
commercio della droga con destinazione Stati Uniti.
Lo scambio transoceanico rappresenta uno dei caratteri fon-
danti della storia che qui si narra, innanzitutto con l’esporta-
zione agrumaria senza la quale non esisterebbero la mafia
dei giardini stessi.
Proprio nascosti nelle casse di agrumi, oppio e morfina viag-
giano da Palermo a New York negli anni venti, in quantità
tali da provocare per rappresaglia una serie di restrizioni
commerciali da parte americana.
Ma con lo scambio delle merci si intreccia quello delle perso-
ne, con l’emigrazione d’inizio secolo e successivamente, pur
se i flussi si vanno riducendo.
Continuano tra gli altri a valicare l’oceano personaggi come
Calogero Orlando, nato a Terrasini nel 1906, partito da Detroit
nel ‘ 22 con 400 dollari, tornato nel ‘ 28 con 800 dollari, e poi
arricchitosi, nel corso di un continuo viavai tra America, Sici-
lia e Spagna, con l’import-export di olio e formaggi, con la fab-
bricazione e il commercio di sardine e acciughe salate; alme-
no a suo dire, perché secondo la polizia invece la merce che
tratta è droga.
Si ricordi che negli anni trenta Lucky Luciano importa già
stupefacenti dall’Europa, forse attraverso personaggi come
Pietro Davì detto Jimmy l’americano, ritornato dagli Stati
Uniti nel ‘ 34 e già nel ‘ 35 arrestato a Milano per questo lo-
sco traffico; che nel ‘ 50 ritroviamo quale importatore di
morfina dalla Germania (attraverso canali insospettabili).
Ma qui siamo già dopo la guerra, quando è l’America a ve-
nire in Italia con il piano Marshall e gli ‘indesiderabili’.
Il principale tra questi è proprio Luciano, scarcerato nella
patria d’origine dopo un’oscura trattativa con il suo ex
persecutore, il senatore Thomas Dewey.
E’ certamente lui a riaprire il gioco, prima sfruttando il ‘fi-
lone aurifero’ rappresentato dalle industrie farmaceutiche
del Nord Italia da cui trae la materia prima; poi stringendo
rapporti con i raffinatori marsigliesi.
Dopo averlo liberato, gli americani sembrano ossessionati
da colui che considerano ‘re o almeno membro della fami-
glia reale’ di un traffico che sfocia tutto nel loro paese; da
qui le proteste contro le autorità italiane accusate di non
prestare attenzione alle sue attività.
In effetti gli italiani si dimostrano restii a mettere in moto
una macchina investigativa atta a seguire i complessi giri
della droga.
Luciano è un tranquillo uomo d’affari straniero; affari for-
se illegali ma comunque innocui per l’Italia dove non si
producono né si consumano stupefacenti….
(S. Lupo, Storia della mafia)