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Con questa gente di parlar tacendo
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E tu a me: ‘Perché l’ombra più dura,
Io dico, nelle notti dell’inverno,
E varia d’estate sua figura?’
Ed io a te: In ciò pon cura e guarda:
Sei segni son d’inverno, i quali discerno
La notte in che ciascun suo moto tarda;
Nell’oriente nascono diretti
Da Cancro a quella stella che saetta.
Guarda la sfera se in ciò ti diletti.
Gli altri sei segni poi nascono torti:
Ciascun nascondendo lo suo moto affretta.
Io so che questi detti a te son forti.
Da Capricorno fino al doppio segno
Nascono torti di verno nel giurno:
La notte gli altri son sul nostro regno.
Li segni dritti nascono d’estate.
Non varia già mai il moto diurno
Le note che dal primo gli fur date.
Tien ciascun segno a nascere due ore;
Sei nascono di giorno e sei di notte,
Secondo ch’è il voler del lor motore.
Ventiquattr’ore è il giorno naturale;
L’ore non sono uguali, ma ridotte,
Quelle, dico, del giorno artificiale,
Il quale è tanto, fin che il Sole alluma
Una fiata tutto l’orizzonte:
Così la gente lui chiamar costuma.
Artificiale è detto, perché l’arti,
Infin che il Sol non posa, tegnon fronte;
Or ti sia a mente se di qui ti parti.
E tu a me: ‘Or dimmi se quest’ombra
E’ luce o corpo ovver natural atto,
Ché gran pensier di ciò la mente ingombra’.
Ascolta: tutto ciò che è qualitate,
Io dico ed in concreto ed in astratto,
Natura, che sia corpo, ciò non pate.
Sopra le cose corporate e miste
La luce è forma ch’io dico eccellente:
Tolta dagli occhi, par che ognun s’attriste.
E tu a me: ‘Or questo onde procede,
Che senza luce l’uom divien dolente?’
Ed io a te: Natura ciò concede.
Gli spiriti son lustri per natura,
E simile con simil si conforma;
Così gli spirti con la luce pura.
Ciascun s’attrista quand’ombra lo prende,
Siccome pel contrario si disforma
Dall’allegrezza che prima comprende.
Com’io distinguo qui, fa’ che sii attento,
E della luce ti fa noto tutto
Il termine del ver, com’io lo sento.
Dico: la luce in due modi s’intende.
Oh quanto distinguendo nasce frutto
Quando per la fallacia alcun contende!
La luce ch’esce dallo primo agente.
Ha luminoso corpo ed esso è attivo,
Ed essa è forma sostanzialmente,
E il fulgore di lei che cerca il misto,
Il quale è oggetto del senso motivo,
E’ accidente. Qui più non resisto.
Più ch’io non voglio dire, intendi ed odi,
La luce distinguendo in questo modi.