Precedente capitolo:
l-ascesa-dagli-inferi-13.html &
Questo libro con il suo titolo curioso ‘Esplorazioni evolutive’ sollecita
nuove domande sull’universo.
Non che ogni cosa sia nascosta e che la scienza debba scovare gli
enigmi portando alla luce fatti ignoti, anche se spesso capita che
la scienza proceda in modo tale da scoprire fatti nuovi. Piuttosto, può
darsi che il mondo sia brutalmente davanti ai nostri occhi, ma che, di esso,
ci manchino le domande che ci consentirebbero di vedere. Circolano
racconti, ma forse si limitano a essere tali, sulla reazione dei nativi caraibici
davanti alle prime navi spagnole, navi che essi non vedevano.
Di esse infatti non possedevano alcun concetto.
Brutalmente davanti a noi: la chiusura delle attività catalitiche e delle
attività di lavoro in un agente autonomo, mediante cui esso costruisce
una seconda copia grezza di se stesso da piccoli mattoni, collegando
con abilità processi esoergonici endoergonici.
Una cellula, o una colonia di cellule, sta propagando questa organizzazione
di processo.
Prenderò le mosse dal ‘demone di Maxwell’ e dalla ragione per cui la
misurazione di un sistema è remunerativa solo in una situazione di non
equilibrio. Situazione in cui le misurazioni si possono archiviare in memoria
e impiegare per estrarre lavoro dal sistema misurato.
In fisica, il demone di Maxwell è il luogo per eccellenza nel quale ritroviamo
materia, energia e informazione insieme. Eppure, scopriremo che il demone
e i suoi sforzi di misurazione sono dannatamente incompleti!
L’universo nella sua globalità – dalle galassie ai sistemi planetari e certamente
alle biosfere, la nostra non meno di ogni altra – è gravida di entità che
misurano spostamenti dall’equilibrio, che sono fonte di energia.
Basti pensare alla brulicante attività di una comunità eterogenea di
microbi che co-evolse nella notte dei tempi e che collegò con successo
reazioni esoergoniche e reazioni endoergoniche alimentate dal sole
e da altre fonti ricche di energia.
E poiché la biosfera ci riesce e fa parte dell’universo, allora anche l’
universo è capace di fare questo.
La nascita di ecosistemi autocostruttivi deve, in un modo o nell’altro,
essere argomento della fisica. E’ significativo, quindi che la fisica
attuale sia priva di teorie che si occupano di tali questioni. Il fatto
puro e semplice che una biosfera costruisca questa sbalorditiva
complessità e diversità indica che la fisica contemporanea si lascia
sfuggire qualcosa di fondamentale: che una biosfera diventa complessa;
e che l’universo diventa complesso.
(……) Il cuore dell’enigma riguarda la comprensione adeguata del
concetto di ‘organizzazione’ e di ‘organizzazione propagante, o diversificante’.
Più in profondità, il mistero attiene alla manifestazione storica, a partire
dal Big-Bang, di strutture connesse di materia e di energia e dei processi
mediante cui in una biosfera, o nell’universo stesso, compare una crescente
diversità di tipi di materia, di fonti di energia e di tipi di processi: proprio
ciò che abbiamo davanti agli occhi e che pure non siamo stati capaci di
vedere.
Una biosfera fa tutte queste cose.
La nostra di biosfera, ha alle spalle quattro miliardi di anni di maestosa
creatività, una creatività ancora non ben compresa.
Ne dubitate?
Aprite gli occhi e guardatevi intorno…..
(Stuart Kauffman, Esplorazioni evolutive)