Precedenti capitoli:
Gli occhi di Ateget: due orologi (1) &
Dialoghi con Pietro Autier: Due orologi (2) &
Pagine di storia: Due orologi (3) &
Dialoghi con Pietro Autier: Due orologi (4)
Prosegue:
Gli occhi di Atget: Due orologi (6)
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Le strade del… sono infinite… (1) (2) (3) (4) (5) (7)
Da:
Don Juan mi diede allora una nuova versione di quello
che mi era capitato mentre contemplavo l’albero di me-
squite.
Disse che avevo cominciato percependo l’energia dell’-
albero. A livello soggettivo, tuttavia, io ritenevo di stare
Sognando in quanto utilizzavo le tecniche del Sognatore
per percepire l’energia.
Egli asseriva che l’uso della tecnica del Sogno nel mon-
do della vita di ogni giorno era uno dei stratagemmi più
efficaci dei vecchi stregoni.
Rendeva la percezione diretta dell’energia simile a un
Sogno, invece che totalmente caotica, fino al momento
in cui qualcosa risistemava la percezione stessa e lo stre-
gone non si trovava di fronte ad un mondo nuovo – pro-
prio quello che era accaduto a me.
Gli rivelai il pensiero che mi era frullato per la mente,
e che avevo appena osato concepire: che il paesaggio da-
vanti ai miei occhi non fosse un Sogno, ma non apparte-
nesse neanche al nostro mondo quotidiano.
– Certo che no,
affermò.
– “Te lo sto dicendo da tanto e tu continui a pensare che
io stia solo ripetendolo a me stesso. So quanto sia diffici-
le per la mente accettare che delle possibilità irrazionali
diventino reali.
Ma i mondi nuovi esistono!
Sono avvolti gli uni intorno agli altri, come gli strati di
una cipolla. Il mondo in cui noi viviamo non è che uno
di questi strati”.
– “Vuoi dire, don Juan, che il fine dei tuoi ammaestra-
menti è quello di prepararmi ad andare in quei mon-
di?”.
– “No. Noi andiamo in quei mondi solo come esercizio.
Quei viaggi sono gli antecedenti degli stregoni di oggi.
Noi facciamo gli stessi Sogni degli antichi stregoni, ma
a un certo momento deviamo su un nuovo territorio.
Loro preferiscono le variazioni del punto di unione, e
così erano sempre su un terreno più o meno conosciu-
to, prevedibile.
Noi preferiamo i movimenti del punto di unione.
Gli antichi stregoni inseguivano l’ignoto umano.
Noi inseguiamo l’ignoto non-umano”.
– Io non ci sono ancora arrivato, vero?
– “No, tu sei ancora agli inizi. E agli inizi tutti devono
passare per gli stessi stadi degli antichi stregoni. Do-
potutto, sono stati loro a inventare il Sognatore”.
– “A che punto, allora, comincerò a imparare il tipo
di Sogno dei nuovi stregoni?”.
– “Hai ancora molta strada da fare. Ci vorranno anni,
forse. Inoltre, nel tuo caso, devo essere paricolarmen-
te attento: come carattere, tu sei molto legato agli an-
tichi stregoni. Ti ho già detto ciò in precedenza, ma tu
sei sempre riuscito a evitare le mie indagini. Qualche
volta penso perfino che ti stia consigliando qualche
energia aliena, ma poi respingo l’idea. Tu non sei am-
biguo”.
– “A cosa ti riferisci, don Juan?”.
– “Involontariamente hai fatto due cose che mi tengo-
no sulle spine: la prima volta che hai Sognato sei an-
dato con il tuo corpo energetico in un luogo al di là
di questo mondo.
E per conto tuo!
E poi sei andato con il tuo corpo energetico in un altro
luogo al di là di questo mondo, ma separandoti dalla
consapevolezza del mondo di tutti i giorni”.
– Perché ti dovrebbe preoccupare, don Juan?
– “Sognare è troppo facile per te. E se non ci si sta atten-
ti, può essere la fine.
Porta all’ignoto umano.
Come ti ho già detto, gli stregoni moderni ambiscono
ad arrivare all’ignoto non-umano”.
– Cosa sarebbe l’ignoto non-umano?
– “La libertà dell’essere umano. Mondi inimmaginabi-
li che sono oltre la sfera dell’uomo, ma che noi possiamo
ancora percepire. E’ qui che gli stregoni moderni prendo-
no un’altra strada. Prediligono ciò che si trova fuori del-
la sfera umana. E fuori della sfera umana ci sono mondi
che includono tutto, non soltanto il regno degli uccelli o
degli animali o dell’uomo, anche quello dell’uomo scono-
sciuto.
Io sto parlando di mondi come in quello in cui viviamo:
mondi totali, con infiniti regni”.
– “Dove si trovano quei mondi, don Juan? Nelle posizio-
ni diverse del punto di unione?”.
– “Esatto. In posizioni diverse del punto di unione, ma
posizioni che gli stregoni ottengono con un movimento
del punto di unione, non con una variazione.
Entrare in quei mondi è un tipo di Sogno che fanno solo
gli stregoni di oggi. Gli antichi stregoni ne rimanevano
lontani, in quanto richiede un enorme distacco e nessu-
nissima presunzione. Un prezzo che loro potevano per-
mettersi di pagare.
Per gli stregoni che praticano il Sognare, ai nostri gior-
ni, Sognare è la libertà di percepire mondi al di là dell’-
immaginazione”.
– Ma qual è l’utilità di questa percezione?
– “Me l’hai già fatta, oggi, questa stessa domanda.
Parli come un vero mercante!
Qual è il rischio, tu vuoi sapere, quale la percentuale del-
l’utile sul mio investimento?
Mi farà migliorare la mia posizione?
Non c’è possibilità di risposta.
La mente del mercante fa il commercio.
Ma la libertà non può essere un investimento.
La libertà è un’avventura senza fine, in cui rischiamo
le nostre vite e molto di più per alcuni momenti di qual-
cosa che va oltre le parole, i pensieri o i sentimenti”.
– “Non ti ho fatto la domanda con questo spirito, don
Juan. Ciò che voglio sapere è: quale potrebbe essere la
forza per stimolare un pigraccio scansafatiche come
me a fare tutto questo?”.
– “La ricerca della libertà è l’unica forza stimolante che
conosca.
Libertà di volare in quell’infinito là in alto;
Libertà di dissolversi;
Libertà di distaccarsi da tutto;
Di essere come la fiamma di una candela che, nonostan-
te il paragone con la luce di miliardi di stelle, rimane in-
tatta perché non ha mai finito di essere più di quanto
non fosse: solo una candela”.
(C. Castaneda)