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Lui disse che quando vestiva la sua pelle di lupo, si trasformava in
lupo, e in qualsiasi altra bestia desiderasse; che così trasformato in
lupo aveva ucciso dei cani e aveva succhiato loro il sangue, ma che
non aveva un buon sapore, e che i bambini e le ragazze erano molto
gradevoli e squisiti da mangiare; che correva ad ogni calare della
luna, il lunedì, il venerdì e il sabato, e un’ora del giorno solamente,
verso sera e verso il mattino.
Egli andava in giro con altri nove, simili a lui, di cui nominò alcuni,
negli stessi giorni e nelle stesse ore. Questa informazione decretò il
suo arresto; fu preso, fu ascoltato, e tramite questa audizione confessò
più di quanto i testimoni avevano deposto.
Disse di aver incontrato un giovane di nome Pierre du Tihaire, sulla
grande strada che da Coutras porta a Monpon, e questi disse che c’era
un signore nella foresta di Saint Antoine che desiderava parlare con
loro, e avendolo convinto di andare a vedere, corsero insieme e trovarono
dentro la foresta un grande signore tutto solo, vestito di nero, che
montava un cavallo nero, al quale dissero buongiorno, poiché era l’
alba; allorché scese da cavallo, li baciò con una bocca estremamente
fredda. Quindi rimontò in sella e subito lo persero di vista; aveva fatto
loro promettere, alla sua partenza, che loro sarebbero andati da lui
qualvolta li avesse mandati a chiamare.
Chiese quanto tempo era che s’era donato a questo signore, se li avesse
marchiati, e quante volte erano andati, e ciò che era accaduto poi tra
loro. Disse che potevano essere trascorsi circa tre anni da questo primo
incontro: ora aveva tredici o quattordici anni, quindi, allora poteva
averne dieci o undici; che li aveva marchiati tutti e due sulla natica
con qualche ferro che aveva in mano e gli aveva impresso sulla
natica un marchio rotondo a forma di un piccolo sigillo. E che quando
essi gli volevano parlare, andavano a trovarlo nella foresta, nella
quale andarono tre volte: dove, una volta giunti, fece strigliare loro
il suo cavallo, promise dei soldi, diede loro un bicchiere di vino, e
dopo averlo bevuto se ne andarono.
Confessò che tutta la deposizione di Marguerite Poirier era vera.
Confessò tutte le violenze e gli eccessi di cui era stato accusato,
tranne di aver bevuto il sangue del cane bianco che aveva ucciso.
Interrogato su quali bambini avesse ucciso e divorato, così trasformato
in lupo, confessò che una volta andando da Coutras a Saint Anlaye,
dopo i villaggi della Double, entrò in una casa dove vide che non
c’era gente, e lì trovò un bambino di un anno dentro una culla, che
afferrò per la gola con le sue zanne, lo trascinò dietro una palizzata
del giardino, ne mangiò finché fu sazio e diede il resto ad un lupo che
era lì vicino.
Che verso la parrocchia di Saint-Antoine-du-Fizon, s’era avventato
su una ragazza che guardava le pecore, la quale indossava un vestito
nero, la uccise, e divorandola fino a sazietà, come la volta precedente,
gettò poi i resti a un lupo che era nei paraggi.