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Passaggi senz’anima: anche i grandi soffrono… (35)
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Passaggi senz’anima: assenza di valori (38)
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L’anima in spalla (1) (2) (3) (4)
Da:
Considerando che tra il 1820 e il 1850 la lingua frontale del
Lys si spingeva a circa 2000 metri di quota, si può dedurre
che la fronte si sia ritirata di oltre 1500 metri, da allora.
Attualmente è ‘salita’ a 2350 metri di altezza, non lontano
dal pianoro detritico su cui la leggenda collocò la mitica
città di Félik.
Dal 24 al 25 settembre 2009, alla fine della seconda estate
più calda degli ultimi 200 anni, 70 esperti internazionali
si sono riuntiti a Crans Montana, nel Vallese, per discute-
re delle sfide e dei problemi posti dallo scioglimento dei
ghiacciai alpini.
Il titolo del convegno organizzato dalla Cipra e dalla Con-
venzione svizzera per la Protezione del Paesaggio, emble-
maticamente recitava:
‘Che fare quando il ghiacciaio dietro casa si scioglie?’.
I ghiacciai sono straordinari indicatori naturali del clima
e la bellezza dei ghiacciai è il principale elemento simbo-
lico delle Alpi, utilizzato in tutto il mondo da migliaia di
operatori turistici a scopo promozionale.
Tuttavia Bruno Abegg dell’Università di Zurigo ha posto
una domanda provocatoria: dobbiamo proprio accanirci
sull’idea di salvare i ghiacciai per le esigenze dei turisti?
Fra cinquant’anni o cent’anni potrebbero vivere delle per-
sone che non hanno mai visto un ghiacciaio in vita loro,
e che dunque non ne sentiranno la mancanza.
‘Avranno altri bisogni – ha detto Abegg -, anche dal punto
di vista turistico (…oppure, aggiungo io, li inventeranno…)’.
Che i ghiacciai non debbano essere protetti solo per asse-
condare i gusti di viziati turisti è sembrato fuor dubbio,
nel corso del dibattito.
Ci sono emergenze che vanno oltre.
La diminuzione delle risorse idriche fornite dai ghiacciai
è un tema più pressante, per esempio!
Poi c’è il problema della produzione idroelettrica connes-
so a quello dei bacini e dei prelievi, dunque anche alle
prospettive del turismo invernale in relazione al fabbiso-
gno di acqua per la fabbricazione di… neve artificiale….
La questione non è lineare, ma complessa….
Il comune di Chamonix ha indicato una via possibile, che
non si limita a delineare lo scenario di un futuro senza …..
ghiacciai, ma definisce concreti provvedimenti per affron-
tare la crisi climatica, migliorando l’efficienza energetica
e la mobilità sostenibile.
‘Abbiamo bisogno di esperti e scienziati che mostrino a
noi politici quali misure siano sostenibili e quali no’, ha
dichiarato il vicesindaco di Chamonix Joel Didillon.
Lo scioglimento inaspettato dei ghiacciai alpini obbliga
gli amministratori e gli operatori turistici a guardare in
modo diverso alle loro (e nostre..) montagne.
Non si tratta solo di affrontare la crisi dello sci invernale
attraverso un uso intensivo dei cannoni da neve, miglio-
rando l’offerta con impianti sempre più veloci (o trasporti
… sempre più veloci…) ed efficienti, per battere la concor-
renza delle stazioni vicine e soprattutto delle nuove mète
esotiche, che offrono il mare anche a Natale, e a prezzi più
bassi delle settimane bianche.
Non è sufficiente integrare l’offerta tradizionale dei villag-
gi con nuove attrattive ludiche, incrociando lo sport con la
cultura, l’ambiente naturale, lo spettacolo.
Non basterà neanche arrendersi pragmaticamente a un li-
vello sempre più alto della quota-neve garantita, abbando-
nando al loro destino i vecchi comprensori sciistici delle
medie valli per salire anche in pieno inverno verso il sof-
fio freddo dei ghiacciai.
Tutto questo è probabilmente inevitabile, ma non affron-
ta il problema alla radice….
La questione è ormai di rilevanza globale (come il proble-
ma di una linea ad alta velocità che (non) “garantirà sicu-
rezza né futuro benessere economico…”) e coinvolge mon-
tanari e cittadini insieme, cultura locale e cultura esterna,
senza argini o separazioni possibili.
La ritirata dei ghiacciai, che è al contempo mutazione este-
tica, smarrimento identitario, minaccia ecologica e danno
economico va di pari passo con tutti gli eccessi della civiltà
consumistica urbana, quella stessa civiltà che è salita sulle
montagne sotto forma di inquinamento e urbanizzazione
selvaggia, di inquinamento sonoro e atmosferico, sfrutta-
mento indiscriminato del suolo, speculazione edilizia, ce-
mentificazione, eccesso di auto, funivie, strade….