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Mercoledì 17 novembre.
Svegliato nella casa mia e di Patty a Northborough pieno di paura
anche se non capisco perché o di cosa – la chiamo casa mia ma non
la sento tale & non credo la si possa definire così – mattino scritto
lettera signor Reid ad Alloa & chiesto di prestarmi alcuni dei suoi
Giornali scozzesi Anni che non leggo un Quotidiano mi farebbero
piacere racconti interessanti o Novità letterarie ma non so se avrà
compiacenza di mandermeli….Ricordo la domenica di luglio quando
mi hanno liberato dalla prigionia un po’ per camminare nella foresta
di Epping dove ho incontrato gente che viaggiava che secondo me
erano Zingari come quello con cui avevo vissuto da giovane ma
questi erano di un altro tipo e indossavano pellicce puzzolenti &
pelle di vacca con i capelli lunghi e pitture barbare sui visi – se ci
penso adesso sembra strano ma in quel momento non lo sembrava
mi piaceva stare con queste persone strane & mi confidarono che
avevano derubato una donna che viaggiava con loro e l’avevano
ammazzata e l’avevano sepolta in una Tomba in mezzo agli alberi –
mi avevano detto che lei aveva un piede malato & mi hanno guardato
in modo strano dopo aver detto queste parole tanto che io ebbi
paura ma non saprei dire per quale ragione – dopo un po’ mi
indicarono uno smunto ragazzo idiota che se ne stava ai margini
del loro accampamento dove altri zingari ragazzini gli tiravano le
pietre con cattiveria Lui piangeva e gemeva ogni volta che lo
colpivano in viso & loro mi dissero che quello era il figlio scemo
di quella che avevano messo da poco sotto terra che non sapeva stare
da solo o fare i lavori & così era stato scacciato dalla tribù ora che
non aveva una madre che si prendesse cura di lui Sentii male al
cuore per il ragazzo ma poco dopo lo persi di vista tra le grandi
querce & da quel momento nessuno ne parlò più secondo il codice
brutale seguito da queste persone anche se ammetto che nelle nostre
città siamo meno cattivi né meno desiderosi di rendere emarginati i
nostri simili Uno degli Zingari mi prese in simpatia e si offrì di
aiutarmi a fuggire dal manicomio e di nascondermi lì nel loro campo
Questa mi sembrò una buona idea così accettai ma gli dissi anche
che pur non avendo denaro gli avrei dato cinquanta sterline se mi
avesse aiutato a scappare prima del sabato successivo al che lui
subito accettò – non sono completamente sicuro di cosa avvenne
dopo – a volte mi sembra di ricordare che incontrai gli Zingari sempre
solo quella domenica pomeriggio invece altre volte ricordo che
passò una settimana intera e poi il venerdì tornai e vidi che il mio
nuovo amico non era più tanto convinto di mettere in pratica il
nostro piano così io non ne parlai affatto & tornai ancora due giorni
più tardi ma il campo era scomparso e se n’erano tutti andati – se
queste cose siano successe nel corso di una settimana o di un solo
pomeriggio non so dire ma ad ogni modo era ancora domenica
quando mi trovai ancora tra i salici che c’era solo un cerchio bruciato
& annerito a ricordarmi che i miei amici zingari erano stati lì e un
cappello da pecoraio di feltro e un berretto di paglia del tipo che
chiamano a zucchetto – mi sono messo il cappello in tasca pensando
che poteva tornare utile in un altra occasione come con il favore di
Dio è poi successo L’ora è tarda & sono stanco di tutto questo scrivere
– Patty di certo ormai dorme e se mettendomi a letto non la disturbo
non litigheremo Lei è buona con me nonostante la sua lingua insolente
però quando giaccio accanto a lei vorrei che al posto suo ci fosse Mary-
Clare che una volta era MaryJoyce sono uno sciocco & allora a letto.
(A. Moore, Il pallido contorno del sole sul muro)