Precedente capitolo:
l-aggressivita-intergruppo.html
Prosegue in:
intanto-nel-laboratorio-di-jekyll.html
Foto del blog:
Il sorgere del ‘doppio mostruoso’ non comporta una verifica
empirica diretta, come neanche, a dir il vero, l’insieme dei
fenomeni sottesi a ogni religione primitiva.
Persino dopo i testi sopra citati, il ‘doppio mostruoso’ conserva
un aspetto ipotetico, come tutti i fenomeni associati al meccanismo
della vittima espiatoria, di cui esso specifica taluni aspetti.
Il valore dell’ipotesi è accertabile in base all’abbondanza dei
materiali mitologici, rituali, filosofici, letterari ecc, che sarà capace
di interpretare, come pure in base alla qualità delle interpretazioni,
alla coerenza che instaura tra fenomeni rimasti sino ad oggi
indecifrabili e dispersi.
Sotto il termine di ‘doppio mostruoso’, classifichiamo tutti i
fenomeni d’allucinazione provocati, al parossismo della crisi,
dalla reciprocità misconosciuta.
Il ‘doppio mostruoso’ sorge là dove si trovano nelle tappe precedenti
un ‘Altro’ e un ‘Io’ sempre separati dalla differenza oscillante.
Si hanno due fuochi simmetrici da cui vengono emesse quasi
simultaneamente le stesse serie di immagini.
Secondo ‘Le Baccanti’, osserviamo due tipi di fenomeni – devono
essercene molti altri – che possono susseguirsi, trapassare gli uni
negli altri, confondersi più o meno.
Il soggetto, nelle ‘Baccanti’, percepisce in un primo tempo le due
serie di immagini come egualmente esterne a sé; è il fenomeno
della ‘visione doppia’.
Subito dopo, una delle due serie è colta come ‘non-io’ e l’altra
come ‘io’. Questa seconda esperienza è quella del ‘doppio’
propriamente detto.
Si colloca nel prolungamento diretto delle tappe antecedenti.
Conserva l’idea di un antagonista esterno al soggetto, idea
essenziale per decifrare i fenomeni di ‘possessione’.
Il soggetto vedrà la mostruosità manifestarsi in sé e fuori di
sé a un tempo. Deve interpretare alla meno peggio quello che
gli capita e finirà necessariamente per collocare fuori di sé
l’origine del fenomeno.
L’apparizione è troppo insolita perché non venga ricollegata a
una causa esterna, estranea al mondo degli uomini.
Tutta quanta l’esperienza è dominata dall’alterità radicale del
mostro.
Il soggetto si sente penetrato, invaso, nel più intimo del proprio
essere, da una creatura soprannaturale che lo assedia anche dal
di fuori.
Assiste inorridito a un duplice assalto di cui è vittima impotente.
Non è possibile difesa alcuna contro un avversario che si fa
beffe delle barriere tra il dentro e il fuori.
La sua ubiquità permette al dio, allo spirito o al demone di assalire
gli animi come più gli piace.
I fenomeni cosiddetti di ‘possessione’ non sono altro che un’
interpretazione particolare del ‘doppio mostruoso’.
(René Girard, La violenza e il sacro)