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La ragione naturale, però, è deficiente nelle cose di Dio; può
dimostrare alcune parti della fede, ma non altre. Può dimo-
strare l’esistenza di Dio e l’immortalità dell’anima, ma non la
Trinità, l’Incarnazione o il Giudizio finale.
Tutto ciò che è dimostrabile è in accordo con la fede cristiana,
e nulla nella rivelazione è contrario alla ragione. Me è importan-
te distinguere gli argomenti di fede che possono essere dimo-
strati mediante la ragione, da quelli che non lo possono.
Di conseguenza, dei quattro libri in cui è divisa la ‘Summa’, i
primi tre non fanno alcun richiamo alla rivelazione, fuorché per
mostrare che essa è in accordo con le conclusioni cui giunge
la ragione; soltanto nel quarto libro sono trattate materie che è
impossibile alla ragione umana comprendere al di fuori della
rivelazione.
Il primo passo è dimostrare l’esistenza di Dio.
Alcuni pensano che questo non sia necessario, dato che l’esi-
stenza di Dio (essi dicono) è evidente di per se stessa. Se noi
conoscessimo l’essenza di Dio, ciò sarebbe vero, dato che in
Dio, essenza ed esistenza sono una cosa sola.
Ma noi non conosciamo la Sua essenza, se non molto imper-
fettamente. I dotti conoscono più della Sua essenza che non
gli ignoranti, e gli angeli la conoscono più di entrambi questi
ultimi ma nessuna creatura la conosce abbastanza da poter
dedurre l’esistenza di Dio dalla Sua essenza.
Quindi è respinto l’argomento ontologico.
E’ importante ricordare che le verità dimostrabili possono an-
che essere conosciute attraverso la fede. Le prove sono diffi-
cili e possono essere capite soltanto dai dotti; ma la fede è
necessaria agli ignoranti, ai giovani e a chi, per le preoccupa-
zioni pratiche, non ha il tempo di studiare la filosofia.
Per loro la rivelazione è sufficiente.
C’è chi dice che Dio è conoscibile soltanto attraverso la fede.
Costoro sostengono che, se i principi della dimostrazione so-
no noti attraverso l’esperienza dei sensi, come è detto nel
‘Secondi Analitici’, tutto ciò che trascende i sensi non si può
dimostrare.
Questo, però, è falso; ed anche se fosse vero, Dio potrebbe
sempre esser conosciuto attraverso i suoi effetti sensibili.
L’esistenza di Dio è dimostrata, come in Aristotele, per mez-
zo dell’argomento del Motore immoto.
Ci sono cose che sono soltanto mosse, ed altre che al tem-
po stesso muovono e sono mosse. Tutto ciò che è mosso,
è mosso da qualcosa, e dato che è impossibile risalire all’-
infinito, dobbiamo arrivare, in qualche luogo, a qualcosa che
muove senza esser mosso.
Questo Motore immoto è Dio.
Si potrebbe obiettare che questo argomento implica l’eternità
del movimento, che i cattolici respingevano. Ma tale obiezione
sarebbe un errore: l’argomento è valido nell’ipotesi dell’eterni-
tà del movimento, ma è soltanto rafforzato dall’ipotesi oppo-
sta, che implica un inizio e quindi una Causa Prima……
(B. Russell, Storia della Filosofia occidentale)