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Tirò giù la burnbox da sopra il classificatore, la mise sulla scrivania

e con le due chiavi attaccate alla catenella la disinnescò; quindi ne

trasse i fascicoli segreti, così segreti che non erano neppure classificati,

e in cui erano le molte informazioni sulla rete che lui e Axel (e tutte le

talpe che sapevano esserci…) avevano faticosamente messo insieme.

Buttò anche quelli nel cestino della carta straccia. 

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Fatto questo tirò fuori la pistola, mise il caricatore e poi la pallottola

in canna, il tutto molto rapidamente, e poi la depose sulla scrivania

pensando a tutte le volte che aveva portato una pistola senza mai

sparare un colpo.

Sentì qualcosa che si muoveva sul tetto e si disse: sarà un gatto.

Scosse la testa come per dire, accidenti ai gatti, arrivano dappertutto

di questi tempi, non lasciano nemmeno una possibilità agli uccellini.

Guardò l’ora sull’orologio d’oro, un ampio gesto, ricordando che

gliev’aveva regalato Rick e che poteva anche scordarsi di toglierlo

in bagno. 

Così se lo tolse adesso e lo mise sulla busta per Tom, e accanto all’

orologio disegnò una faccia sorridente, a luna piena, che era il segno

tra loro concordato per dire sorridi. 

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Si vestì e ripiegò accuratamente i vestiti sulla seggiola accanto al

letto, quindi si mise la vestaglia e prese due asciugamani dalla

sacca, quello grande per il bagno e quello piccolo per le mani e la

faccia.

Si mise la pistola nella tasca della vestaglia senza mettere la sicura,

perché l’avevano laboriosamente addestrato a ritenere una pistola

con la sicura più pericolosa di una senza.

Doveva solo percorrere il corridoio ma il mondo è pieno di violenza

oggigiorno, ed è sempre meglio esser prudenti.

Fece per aprire la porta del bagno e si accorse seccato che il pomo

di porcellana s’era inceppato e girava male.

All’inferno questa maniglia.

Guarda che roba.

Dovette usare tutt’e due le mani per farlo girare, e cosa ancora più

seccante qualche idiota doveva averci messo sopra del sapone o

cose del genere, perché le mani scivolavano e dovette usare un

asciugamano per far presa. Probabilmente è stata la buona vecchia

Lippsie, pensò con un sorriso: vive sempre nel mondo che ha dentro

la testa. Mettendosi per l’ultima volta davanti allo specchio, si 

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avvolse gli asciugamani attorno alla testa e alle spalle, facendo

una sorte di turbante con quello più piccolo e una mantellina con

quello grande, perché se c’era una cosa al mondo che la signorina

Dubber detestava era il disordine.

Poi sollevò la pistola all’altezza dell’orecchio destro….ma… 

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(Lui non si tirò un colpo, perché lui non era una spia, né un truffatore, né

un mafioso, né un latitante, ….né un terrorista…Abbracciò la sua amata

natura come sempre, scrisse qualcosa, …come sempre…, si avviò per il suo

sentiero…, come sempre e come molti altri ‘perfetti’ prima di lui…..Solo…

come sempre….)

Dedicato ad un aguzzino… 

(John Le Carré, La spia perfetta)

 

 

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