24 NOVEMBRE 1963

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24 novembre 1963

 

 

Una volta ottenuto questo splendido risultato con l’opera di

mascheramento, era giunto il momento di passare allo stadio

della ratifica dell’assassinio.

I rappresentanti dell’esecutivo, da Lyndon Johnson a J. Edgar

Hoover, a Earl Warren e così via, si resero presto conto dei

vantaggi che derivavano dal sostenere la tesi che non era

stato colpo di stato e che la democrazia era al sicuro, che un

solitario individuo scontento aveva ucciso il presidente con 

un gesto assurdo e fortuito. 

24 novembre 1963

E molto presto compresero anche il messaggio di coloro che

avevano architettato l’assassinio, un’energica sollecitazione a

tornare alla Guerra Fredda degli anni pre-Kennediani.

I padroni delle armi e dell’acciaio ne erano entusiasti.

Non vi è nessuna prova che Jhonson, Hoover, Warren o Allen

Dulles siano venuti a conoscenza in anticipo del piano dell’

assassinio o che vi fossero coinvolti, ma non esiterei a definire

questi uomini successivamente dei complici.

24 novembre 1963

Appena gli elementi della comunità dell’intelligence, che

non avevano partecipato al piano, si resero conto che si era

verificato un colpo di stato, si affrettarono a sostenere la versione

ufficiale. Spinti in alcuni casi da una pura e semplice necessità

di autodifesa e in altri casi dalla convinzione che Kennedy

avesse firmato la sua condanna a morte, compromettendosi

troppo con i sovietici, gli esponenti del governo, dai rappresentanti

politici eletti fino ai capi dei dipartimenti e delle agenzie, si 

allinearono, aggiungendo le loro voci al coro in crescendo che

intonava la grande menzogna.

E’ in questo modo che vanno tutti i colpi di stato vincenti.

Agli inizi del XVII secolo, il poeta inglese Sir John Harrington

così lo descrisse in due righe:

Il tradimento non ha mai successo: Per quale ragione?

Perché se ha successo, nessuno osa chiamarlo tradimento. 

24 novembre 1963

L’inizio del processo della ratifica formale avvenne quando il

Congresso permise al presidente Lyndon Jhonson, l’erede del

potere, di incaricare la commissione Warren, comprendente l’

ex direttore della CIA, Dulles, di indagare sull’assassinio.

Il rapporto della commissione, sfruttando il prestigio e la 

credibilità del suo eminente e unanimamente stimato presidente,

mise il timbro ufficiale di approvazione del governo ad 

affrontare il coinvolgimento della CIA nella fase precedente

l’assassinio e la partecipazione delle altre agenzie al lavoro

di copertura, una ratifica del genere dovette apparire il modo

più facile per cavarsela.

In seguito, per un periodo di molti anni, i funzionari del

governo federale fecero del loro meglio per puntellare questo

edificio cadente sottoposto alle critiche più feroci e finirono

per ottenere il risultato che nessuno ormai credeva alla 

teoria dell’assassinio solitario. 

24 novembre 1963

I presidenti e i ministri della Giustizia che si succedettero, 

tutti con grandi risorse dell’FBI e con gli apparati alle dipend-

enze del governo a loro disposizione, non fecero nessuno

sforzo per raggiungere la verità su questo caso d’assassinio

chiaramente irrisolto.

Al contrario, quando feci il tentativo di svolgere una vera e

propria inchiesta, i funzionari governativi cercarono di impedire

l’emergere della verità. Non ottenni collaborazione alcuna

quando cercai di citare in giudizio dei testi chiave come Allen

Dulles. Scoprii che documenti federali fondamentali erano stati

distrutti.

Alla copertura e alla ratifica dell’assassinio ha contribuito anche

l’opera di disinformazione realizzata tramite il sistema dei

media. E’ l’ultimo ingrediente necessario al successo di un

colpo di stato, ed è una delle specialità della CIA. 

24 novembre 1963

Per molti anni l’Agenzia ha avuto segratamente nel suo libro

paga dei noti giornalisti che lavoravano per i principali organi

d’informazione, ma che di fatto facevano della propaganda 

a uso e consumo del popolo americano.

Si giunse inoltre a sovvenzionare la pubblicazione di più di

mille libri. Come ha affermato Richard Barnet, codirettore dell’

Institute forPolicyStudies:

La base su cui opera il sottobosco dell’intelligence è l’inganno.

Il suo scopo è di creare una realtà artificiosa, di fare in modo che 

le cose appaiono diverse da come sono, per riuscire a manipolare

e a sovvertire le situazioni.

Più di duecento agenti….in circolazione si atteggiano a uomini

d’affari. La CIA ha ammesso di avere avuto più di trenta giornalisti

sui propri libri paga dopo la seconda guerra mondiale.

Società, enti, biblioteche…e altre agenzie di facciata, false fondazioni,

organizzazioni studentesche, organizzazioni ecclesiali e così

via, fanno parte di quel mondo a doppio fondo che ha finito

per confondere il popolo americano e contribuire successivamente

alla cancellazione della verità storica.

Per ben venticinque anni il popolo americano (e non solo) è

stato bombardato da un’azione di propaganda che puntava

il dito su tutta una varietà di irrilevanti ‘falsi sponsor’ indicati

come presunti istigatori dell’assassinio di Kennedy.

Nel frattempo un interminabile flusso di nuove versioni gionali-

stiche, di articoli, di ‘inchieste’ televisive, di servizi speciali

di settimanali e di libri, rafforzarono continuamente quest’

opera di continuo disorientamento e continuano a volgere

l’attenzione dell’opinione pubblica nella direzione sbagliata.

(J. Garrison, JFK) 

 

 

24 novembre 1963