SANTE DI GIORNO PUTTANE DI NOTTE (bordelli da medioevo) (2)

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I mercanti rugi dell’isola di Rugen e gli abitanti della Pomerania

continuarono a vendere donne rapite in apposite scorrerie condotte

ad Oriente, i vichinghi talvolta vendevano le loro donne più

dissolute agli arabi e nell’Inghilterra di prima delle invasioni,

secondo il racconto piuttosto prevenuto di Guglielmo di Malmesbury,

vigeva una:

‘…abitudine ripugnante per natura….cioè di vendere le proprie serve

quando gravide di loro dopo aver soddisfatto la propria lussuria

destinandole o alla prostituzione o alla schiavitù straniera’. 

 

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Tuttavia entro le frontiere dell’Impero carolingio, dove un uomo

sorpreso con una prostituta doveva portarla a spalla fino alla panca

della fustigazione, le accuse di traffico di donne erano rivolte

soprattutto agli ‘infedeli’, a mercanti ebrei o arabi e soprattutto ai

mercanti di cavalli arabi.

In questo periodo di turbolenza e di governi deboli, la prostituzione

non era organizzata, ma cominciò ad esserlo con la rinascita delle

città. 

La feccia della categoria continuò a viaggiare con le salmerie degli

eserciti o a mischiare il suo destino con quello di bande di mercenari

e di briganti, ma i vantaggi per una prostituta che vivesse in una

stabile comunità mercantile si fecero evidenti. 

 

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Dall’XI secolo in poi il numero sempre crescente di ‘attrici girovaghe’,

un eufenismo per nascondere la loro professione di peripatetiche,

di serve fuggiasche e di fuorilegge s’insediarono nelle città nascenti

le cui autorità presto si accorsero che alcune di quelle signore

riuscivano a fare ottimi affari per cui il fiuto mercantile suggerì loro

d’imporre una tassa sui loro guadagni come utile contributo ai

fondi della comunità.

Questo desiderio di partecipare agli utili delle prostitute oltre alla

necessità di controllare la loro attività e mantenere l’ordine e l’

igiene portò presto alla fondazione, in genere fuori dalle mura, 

di quartieri ufficiali di bordelli, noti in Francia e Germania come

‘quartieri delle donne’. 

 

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Alle abitanti si chiedeva di portare qualche segno distintivo del 

loro mestiere come cuffie, mantelli o vesti particolari ed esse si

trovarono ad esercitarlo sotto la protezione delle autorità mentre

operatrici indipendenti, come le ‘folli’, che fingendosi si denudavano

nelle piazze offrendo la loro merce e dalle quali era meno facile

ottenere una quota dei profitti, venivano espulse dalle città, frustate

ed esiliate. 

In certi luoghi e ad alcune categorie di persone era proibito frequentare

i bordelli: ai preti dovunque e spesso agli ebrei, talvolta agli 

uomini sposati e, a Vienna, ai fornai della città.

Uno dei più antichi documenti di legislazione intesa a regolamentare,

e quindi tacitamente ad ammettere, la prostituzione è la ‘Ordinanza

che regola il Governo delle Terme di Southwark del vescovo di

Winchester’.

 

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 Che queste ‘terme’ appartenessero al vescovo non deve stupire, molti

organismi religiosi se evitavano la partecipazione diretta agli affari

dei bordelli subaffittandoli, possedevano case di malaffare.

Come il vescovo di Winchester all’inizio del XII secolo, vescovadi, 

abbazie, monasteri e persino il papato che nelle annate ricavava fino

a 20.000 ducati di rendita dai suoi immobili affittati a tenutari di

bordello annoveravano tra le loro proprietà quel tipo di stabilimento.

Dispute tra fondazioni religiose ed autorità civile per la spartizione

di quelle rendite non sono rare e troviamo persino che nel 1309 il

vescovo Giovanni di Strasburgo stava costruendo a sue spese

uno splendido nuovo bordello in quella città…..

(A. McCall, I reietti del Medioevo)



 

 

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SANTE DI GIORNO PUTTANE DI NOTTE (bordelli da medioevo) (2)ultima modifica: 2012-06-14T00:00:00+02:00da giuliano106
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