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…Guardate questo dito…lo vedete….? Così sensibile, così
pronto ad accogliere sensazioni, così delicato nelle sue
molteplici abilità, fermo e forte a sufficienza per flettersi,
piegarsi o irrigidirsi per mezzo di leve straordinarie, eb-
bene questo dito non sono io.
Mozzatelo.
Turturatemi se vi piace o …se volete.
Io continio a vivere. E continuerò a vivere.
E’ il corpo ad essere mutilato, non io. Lo spirito, che coin-
cide con il mio, resta intatto, e più forte di prima.
Molto bene. Ora già so che proverete a tagliarmi tutte le di-
ta. Come un tempo facevano i cinesi. Io resto ‘io’, lo spirito
rimane integro, ancor più forte del vile gesto.
Tagliatemi tutte e due le mani, lo so’, anche questo è un vostro
desiderio, tutte e due le braccia all’altezza dell’attaccatura delle
spalle, tagliatemi le gambe all’altezza dei fianchi ed io sopravvi-
verò, indomito e indistruttibile.
Forse che queste mutilazioni, queste sottrazioni di carne, tolgo-
no qualcosa al mio io?
Certamente no.
Radetemi i capelli a zero, toglietemi a rasoiate le labbra, lo so’,
anche questo come un tempo, vi piacerebbe nel sottile gioco
dello scherno, del linciaggio.
Oppure, sì, cavatemi gli occhi fino alla radice, lo ricordate, era
la vostra passione, il vostro divertimento: entro quel teschio in-
forme attaccato a un tronco mutilato e mozzo ancora vive una
cellula di carne viva che è il mio ‘io’ intatto, integro.
Ma il cuore batte ancora!
Lo senti?
Molto bene, strappatemelo.
Meglio ancora, infilate ciò che resta della mia carne in una mac-
china provvista di mille lame, fatene brandelli ed io – non capite?
IO, vale a dire lo spirito, il mistero, il fuoco vitale, la mia stessa
vita, resteranno liberi.
Io non sono perito. Solo il corpo è morto, ma il corpo non è il
mio ‘io’.
E non ti ho forse mostrato, mio caro lettore, che in epoche prece-
denti, abitando svariati e rozzi grumi di materia, sono stato
eremita, eretico e tante altre vite….
E ora mentre scrivo queste righe non resto forse Darrell Standing,
detenuto innocente nel penitenziario di Folsom…vittima di un
falso…
Io ex docente di Agronomia alla Facoltà di Agricoltura dell’Uni-
versità della…..
La materia è la grande illusione.
La materia, cioè, si manifesta nella forma e la forma è un fantasma.
Dove sono adesso quelle rocce dell’antico Egitto dove un tempo
mi sono rintanato come una bestia selvatica a sognare la città di
Dio?
Dove quei monasteri?
….Queste cose non ci sono più, perché altro non erano che forme,
manifestazioni di materia fluttuante, destinate a immergersi di
nuovo nel flusso ininterrotto delle cose.
Ora il mio discorso si fa chiaro.
Lo spirito è l’unica realtà destinata a durare.
Io sono lo spirito, e sono io che duro…………
(J. London, Il vagabondo delle stelle)