80 GIORNI PER IL GIRO DEL MONDO (4)

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Del signor Fogg esquire i suoi compatrioti non sapevano altro che

era membro del Reform Club, ove trascorreva con cronometrica

esattezza quattordici delle ventiquattro ore di ogni giorno.

Fisicamente si diceva che rassomigliasse a Byron – nella testa poiché

era senza difetti ai piedi -. Le sue uniche occupazioni erano la

lettura dei quotidiani e il gioco del whist.

La sua capacità più spiccata pare dovesse essere quella di dissertare

con sobria esattezza di argomenti geografici, ‘certo era un uomo che

aveva dovuto viaggiare dappertutto, per lo meno in ispirito…’.

La monotona esattezza con cui regolava i suoi atti, gli aveva procurato

fama di eccentrico.


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La regolarità con la quale destinava le sue vincite al gioco ad opere di

carità facevano supporre che avesse nobile sentire. Che fosse uomo d’

onore restava sottointeso, avendo egli la duplice qualità di gentiluomo

britannico e di membro del Reform Club.

La sua sostanza ammontava a 40.000 sterline depositate presso i Fratelli

Baring. La metà le arrischia alla pari nella nota scommessa, 19.000 ne spende

per portare a termine il viaggio.

Poiché era di quella razza di inglesi che fanno visitare dal loro servo i paesi

che essi attraversano, per la maggior parte del viaggio regola le sue occupazioni

sostituendo soltanto lo studio del Bradshaw alla lettura dei quotidiani:

il whist resta la sua attività preminente.

Ma Verne nel tratteggiare con una certa bonaria ironia il suo personaggio gli

ha dato le due qualità che dell’opinione comune andavano unite al ritratto

ideale del gentlemen britannico: non stupirsi mai di nulla e saper stupire

gli altri.

E’ questa regola dell’eccentricità che i contemporanei di Verne ritenevano

patrimonio ereditario dei cittadini britannici di classe elevata.

(continua….)





 

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