POLITICI E FONDAMENTALISTI (3)

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Dopo aver invocato il linguaggio e i simboli della religione per aggirare

la ragione e convincere il paese a scendere in guerra, per Bush si è reso

sempre più necessario disdegnare e contestare i fatti scomodi che

cominciavano a emergere nel dibattito pubblico.

Sembrava a tratti che Bush avesse dichiarato guerra alla ragione stessa,

nel tentativo di negare le palesi verità che apparivano del tutto in contrasto

con le false impressioni date al paese prima di iniziare l’invasione dell’

Iraq. Bush e il suo team sembravano accostarsi a ogni dato di fatto come

a una lotta partigiana senza quartiere.


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 Chi osava mettere in discussione gli erronei presupposti sui quali era

fondata la guerra era bollato come antipatriottico. Chi puntava il dito

contro le prove contraffatte e le manifeste incongruenze del discorso

dominante era accusato di appoggaire il terrorismo.

Intimidazioni minacce e censure sono state i mezzi utilizzati per far

tacere coloro che, all’interno dell’amministrazione, hanno alzato la

voce per denunciare il paese, accecato dalla fede, stesse per piombare

in un pantano strategico.


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 I padri della nostra Costituzione avevano compreso che l’uso dell’

intimidazione per ridurre al silenzio chi dice la verità costituisce

una grave minaccia per il dibattito fondato sulla ragione.

Per esempio, George W. Bush ha descritto la guerra in Iraq come una

crociata, trascurando che le implicazioni settarie di quella descrizione

avrebbero reso molto più difficile il compito dei nostri soldati in una

nazione mussulmana che nel Medioevo dovette respingere ripetutamente

l’offensiva dei crociati cristiani.

Uno dei generali responsabili della politica di guerra, William Boykin,

durante una serie di incontri con i gruppi evangelici conservatori, ha

dichiarato – dal pulpito in uniforme – che il nostro paese era impegnato

in una guerra santa come ‘una nazione cristiana in lotta contro Satana’.


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Lo stesso generale che ha contribuito a organizzare l’uso della tortura

nel trattamento dei prigionieri di guerra in Iraq.

Il soldato speciale Charles A. Jr Graner ebbe uno scontro con un collega,

il soldato speciale Joseph M. Darby, che avrebbe poi coraggiosamente

denunciato le violenze contro i prigionieri. Quando Darby chiese a Graner

spiegazioni sui comportamenti immortalati dalla sua macchina fotografica,

Graner gli rispose: ‘Il cristiano che è in me mi dice che è tutto sbagliato’.

‘Ma all’agente carcerario piace vedere un uomo adulto che si piscia nei

pantaloni’. Oggi sappiamo che i fatti accaduti in quella prigione non

furono il frutto delle azioni casuali di ‘alcune mele marce’, bensì la

naturale conseguenza delle politiche dell’amministrazione Bush!


un presidente 2

 

La verità è che il presidente Bush si è impossessato del simbolo e del

linguaggio corporeo della religione e l’ha usata per camuffare il più

radicale tentativo della storia americana di prendere ciò che appartiene

alla popolazione e trasferirne quanto più possibile ai ricchi e ai privilegiati!

(In memoria di ciò faccio breve parentesi, con asterisco storico)


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Se si uniscono le ricerche di Breitman a quelle di Blak, si comprende

come gli anglo-americani non si sono limitati a non contrastare direttamente

i crimini nazisti contro le minoranze e gli ebrei, ed i neri, ma abbiano

collaborato attivamente con le autorità naziste ad attuare tali crimini.

Tutte le grandi Corporation che operarono in Germania si macchiarono

di orrendi crimini.

A d esempio, la famiglia Bush accrebbe notevolmente la propria ricchezza

grazie a Hitler e ai suoi lager.


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Prescott Bush, nonno di George Bush junior, installò una fabbrica a

Oswiecim (vicino ai campi di Auschwitz), dove lavorarono, ridotti in

schiavitù, i prigionieri di Auschwitz. Prescott fece grandi affari col regime

nazista. Anche dopo l’entrata in guerra degli Usa, nonostante fosse illegale,

continuò a produrre per la Germania, creando imprese internazionali e

società per il riciclaggio del denaro sporco, come la Consolidated Silesian

Steel Company e l’Overby Development Company.

Nel 2001 dagli archivi olandesi, sono emersi documenti che hanno portato

alla luce i traffici di Prescott Bush. C’era una rete di riciclaggio del denaro

sporco, che aveva l’appoggio del finanziere Fritz Tyssen, proprietario di

banche in Olanda, in Germania e negli Usa. Il denaro veniva trasferito

dalla Germania, per l’Olanda e giungeva negli Usa, presso l’Union Banking

Corporation di New York.


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Nel 1922, il magnate delle ferrovie Averell W. Harriman incontrò a Berlino

la famiglia dei banchieri tedeschi Thyssen, per proporre la fondazione di

una banca germano-statunitense. L’idea si concretizzò nel 1924, con la

nascita della Union Banking Corporation (Ubc). La presidenza venne

assunta da George Herbert Walker, suocero  di Prescott Bush.

La Ubc riceveva dai Paesi Bassi i soldi ricavati dalle attività a sostegno

del potere nazista e dalla guerra, e li rinviava alla Brown Brothers

Harriman. Il capitale nazista arrivava quindi negli Usa tramite l’Olanda.

Prescott Bush, nel 1926 fu presidente e azionista della Ubc, ed era socio

della Brown Brothers Harriman, che ebbero entrambe un ruolo importante

nel finanziare l’ascesa di Hitler. Tyssen, nel 1931, era diventato uno degli

uomini più potenti del nazismo.

Nel 1926 il finanziere americano Clarence Dillon, uno degli uomini più

importanti di Wall Street, si associò con Fritz Tyssen, dando vita a un

consorzio nel settore dell’industria dell’acciaio, la German Steel Trust.

Il consorzio si sviluppò a tal punto da diventare una fonte di ricchezza

necessaria allo sviluppo della Germania nazista. Il gruppo Thyssen è a

tutt’oggi il maggiore conglomerato industriale della Germania, per poi

assorbire le società della famiglia Krupp.

(Al Gore, L’assalto alla Ragione)





 

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POLITICI E FONDAMENTALISTI (3)ultima modifica: 2012-06-05T09:30:00+02:00da giuliano106
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