DUE UBRIACONI e Joe l’Indiano (61)

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due ubriaconi 61

 

 

 

 

 

 

Quattro anni fa seppi che era giudice di pace in un

remoto villaggio del Montana e che era un cittadi-

no esemplare trattato con grande rispetto.

Durante il periodo del suo regno Jimmy Finn non

fu esclusivista, né troppo raffinato o schizzinoso;

era un buon democratico: dormiva nella conceria

abbandonata insieme ai maiali. Una volta mio pa-

dre provò a correggerlo, ma non vi riuscì.

Mio padre non era un riformatore di professione.

Il suo spirito di riforma era spasmodico e prorom-

peva di tanto in tanto, con notevoli intervalli fra

una volta e l’altra.

La cosa comica è che una volta tentò di riformare

Joe l’Indiano.

Fu un fallimento anche questo.

Fu un fallimento e noi ragazzi ne gioimmo; perché

un Joe l’Indiano ubriaco era per noi un’attrattiva

interessante, mentre un Joe l’Indiano sobrio era uno

spettacolo debilitante.

Seguimmo gli esperimenti di mio padre con grande

ansietà, ma tutto finì bene e noi fummo soddisfatti:

Joe l’Indiano si ubriacò più spesso di prima e diven-

ne interessante all’estremo.

Se non sbaglio in Tom Sawyer Joe l’Indiano lo lasciai

morir di fame nelle grotte. Ma devo averlo fatto per

soddisfare le esigenze della letteratura romantica.

Ora non rammento se il vero Joe l’Indiano morì nel-

le grotte o fuori; ricordo però che la notizia della sua

morte mi giunse nell’ora meno opportuna: cioè pro-

prio mentre andavo a dormire, una sera d’estate,

quando un tremendo temporale con fulmini e tuoni

seguiti da un diluvio che trasformò in fiumi vicoli e

strade m’indusse al patimento e al proposito di una

vita migliore.

Ricordo ancora Nuvole Rosse e Corvi, Cani Rossi ed

Uomini Seduti, ricordo ancora quei terribili scoppi

di tuono e il bagliore dei lampi e le violente sferzate

della pioggia contro i vetri.

Da ciò che mi avevano insegnato sapevo perfetta-

mente quel che significava tutto quel pandemonio:

Satana era venuto a prendersi Joe l’Indiano.

Non avevo l’ombra di dubbio.

Era una cosa appropriata allorché un tipo come Joe

l’Indiano era richiesto agl’Inferi, e avrei trovato in-

spiegabile e strano che Satana fosse venuto a cercar-

lo in un modo meno appariscente.

Ad ogni lampo, morto di paura, mi rannicchiavo fi-

no a ridurmi a un pugno, e nell’intervallo di nera o-

scurità che seguiva prorompevo in lamenti per la

mia condizione disperata e in supplici preghiere che

mi fosse concessa un’altra prova, con un’intensità e

sincerità d’intenti del tutto estranee alla mia natura…..

(Twain, Biografia – la staccionata … – continua… -)

 

 

 

 

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