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Il ‘Tucson Ring’ di appaltatori, vedendo una possibilità di una lucrosa
campagna militare, chiede al generale Crook di mandare subito truppe
per proteggere i cittadini bianchi indifesi dagli assassini apache.
Geronimo invece stava disperatamente cercando di evitare qualsiasi
scontro con i cittadini bianchi; tutto ciò che egli voleva fare era far
passare rapidamente la frontiera al suo popolo e raggiungere il vecchio
rifugio sulla Sierra Madre.
Per due giorni e due notti i Chiricahua cavalcarono senza posa.
Lungo il cammino, Chihuahua cambiò idea e decise di non andare più
nel Messico; uscì dalla pista con la sua banda con l’intenzione di ritornare
nella riserva.
I soldati che lo inseguivano raggiunsero Chihuahua, lo costrinsero a combattere,
dopo di che egli iniziò una sanguinosa serie di saccheggi prima di varcare
il confine del Messico. Tutte le aggressioni che egli commise furono attribuite
a Geronimo, perché pochi nell’Arizona avevano mai sentito parlare di
Chihuahua.
Nel frattempo Crook stava cercando di evitare la vasta operazione militare
che i membri del ‘Tucson ring’ e i loro amici politici a Washington gli stavano
chidendo. Egli sapeva che l’unico modo di trattare con tre dozzine di guerrieri
apache era quello di negoziare personalmente. A ogni modo, per la tranquillità
dei cittadini locali, ordinò a pochi soldati di cavalleria di uscire da tutti i
forti, posti sotto il suo comando, ma egli contava esclusivamente sulle sue
fide guide apache per trovare i Chiricahua. Fu grato che Chato e il figlio
minore di Kociss, Alchise, si offrissero entrambi volontariamente di cercare
Geronimo.
Poiché l’autunno si avvicinava, era chiaro che Crook avrebbe dovuto attraversare
ancora una volta la frontiera del Messico.
Gli ordini a Washington erano inequivocabili:
uccidere i fuggitivi o costringerli ad una resa senza condizioni.
Nel frattempo i Chiracahua avevano scoperto che nella Sierra Madre li stavano
aspettando alcune unità dell’esercito messicano. Dovendo scegliere fra i messicani,
che volevano solo ucciderli, e gli americani, che erano disposti a farli prigionieri,
Geronimo e gli altri capi decisero infine di ascoltare Chato e Alchise.
Il 25 marzo 1886 i capi apache ‘ostili’ si incontrarono con Crook a pochi chilometri
a sud del confine a Canon de Embudos.
Dopo tre giorni di discorsi appassionati, i Chiricahua acconsentirono ad
arrendersi. Crook poi disse loro che dovevano arrendersi senza condizioni; e
quando essi chiesero che cosa significava, rispose loro francamente che probabilmente
sarebbero stati portati lontano, nell’Est, in Florida, come prigionieri.
Al che essi replicarono che non si sarebbero arresi finché Lupo Grigio non avesse
promesso che sarebbero ritornati nella loro riserva dopo due anni di prigione.
Crook accolse la proposta: gli sembrava fattibile.
Credendo di poter convincere Washington che una simile resa era meglio
di nessuna resa, acconsentì.
“Fai di me ciò che ti pare. Io mi arrendo. Una volta mi muovevo come il vento.
Ora mi arrendo a te e questo è tutto.”
Alchise chiuse il consiglio pregando Crook di avere pietà dei suoi fratelli
Chiricahua smarriti.
tutti lo stesso popolo….un’unica famiglia di cui faccio parte anch’io; proprio
quando si uccide un cervo, tutte le sue parti appartengono allo stesso corpo;
così con i Chiricahua….Noi vogliamo ora viaggiare sul sentiero aperto e
bere le acque degli americani e non nasconderci sulle montagne; vogliamo
vivere senza pericoli o disagi. Sono molto contento che i Chiricahua si siano
arresi e che io sia riuscito a parlare per loro….Io non ti ho mai detto una
bugia, né tu hai detto una bugia a me, e ora io ti dico che questi Chiricahua
davvero vogliono fare ciò che è giusto e vivere in pace. Se essi non lo
faranno allora ho detto una bugia, e tu non devi credermi più. Va tutto
bene, va’ avanti a Fort Bowie; io voglio che tu porti via nella tua tasca
tutto ciò che è stato detto qui oggi.”
(Dee Brown, Seppellite il mio cuore a Wounded Knee)