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Libri eretici….
Lettere …e non solo…..
COME IL CAVALIERE E IL SUO SCUDIERO
CONSEGNANO LETTERE AI PASTORI
DEI MONTI SIBILLINI
E RITORNANO NELLA GROTTA
Quando il cavaliere seppe questa notizia, partì subito come
un disperato, per la via più breve, verso la grotta.
Dopo qualche tempo il Papa che aveva a cuore il cavaliere,
domandò di lui per perdonarlo. Non trovando nessuno che,
sapesse dargliene, pensò, paventò assai che fosse partito.
E ben convinto che se era partito, certamente era partito per
disperazione, lo fece subitamente ricercare in tutta la città.
E non si fermò a questo, ma per farlo tornare sicuramente a
lui, lo fece ricercare anche verso il suo paese d’origine e ver-
so la grotta.
Era però troppo tardi.
Il cavaliere e il suo scudiero erano già ritornati nella grotta.
I messi del papa lo seppero dai pastori che erano sulla mon-
tagna a guardia del bestiame; ai quali, il cavaliere aveva così
parlato:
Amici miei, se avrete notizia di persone che cercano un cavaliere
che fu assai pentito dei suoi peccati e al quale il papa non volle
perdonare perché era stato dentro la grotta della regina Sibilla,
dite loro che io sono colui; dite loro che io, non avendo potuto
avere la salute dell’anima, torno nella grotta per non perdere
quella del corpo.
E se qualcuno vorrà qualche cosa da me, venga nella grotta;
mi troverà in compagnia della regina Sibilla.
Così dicendo diede loro delle lettere che dovevano essere
consegnate al capitano della città.
In quelle lettere era così scritto in succinto:
Tutti coloro che vorranno sapere notizie di colui al quale il
papa non volle perdonare, entrino nella grotta: lo troveranno
nel paradiso della regina Sibilla.
Il cavaliere piangendo aspramente, ringraziò i pastori e li
mandò con Dio; quindi, con lo scudiero entrò nuovamente
nella grotta.
Da allora non si è avuta più notizia, e non sono stati più visti.
Allora domandai di vedere le lettere e chi l’avesse, unicamente
per sapere i nomi di coloro. Mi risposero che i messi le por-
tarono al papa, il quale, a quanto si dice, le fece bruciare…..
(Antoine de La Sale, Il Paradiso della Regina Sibilla)