UNA CESTA DI FICHI (2)

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una cesta di fichi 2

 

 

 

 

 

 

Un giorno Siddharta Gaitama, il futuro Buddha, giunse in un

bosco sacro dove troneggiava il fico degli asceti, l’Asvattha, o

Albero cosmico, ai cui piedi vi era l’altare destinato al culto

popolare degli Yaksa, le divinità della fertilità.

Dopo le offerte rituali disse: ‘Possa su questo sedile il mio

corpo seccarsi e la mia pelle, le mie ossa, la mia carne dis-

solversi. Finché non avrò raggiunto il Risveglio, tanto lungo,

tanto difficile da ottenere, non mi muoverò da qui’.

L’Albero cosmico, detto anche Bo, è il ‘Ficus religiosa’.

Alto una trentina di metri, dai suoi rami pendono le radici ae-

ree che, toccando terra, formano nuovi tronchi intorno a quel-

lo principale, sicché, dopo qualche tempo, l’albero forma da

solo un boschetto al quale i tanti tronchi conferiscono l’aspet-

to di un tempio vegetale.

Le foglie, dal lungo picciolo a forma di cuore e affilate sulla

punta, si muovono alla minima brezza. I piccoli frutti, a grup-

pi di due, sono rosso porpora.

Nei più antichi monumenti buddhisti il Buddha non è raffigu-

rato: si vede soltanto l’albero Bo che, con il ventaglio delle sue

radici sotterranee, il tronco e il fogliame esteso in larghezza, è

l’immagine del processo di illuminazione, del risveglio, del

raccoglimento e della concentrazione delle energie necessarie

alla trasformazione spirituale. 

Il sacro fico, immagine del Buddha stesso sopravvisse sino

alla fine del VI secolo quando venne distrutto dal re del Benga-

la che perseguitava i buddhisti: l’albero, tuttavia, rispuntò più

vigoroso di prima. 

Nel 1876 fu abbattuto da un temporale; ma subito cominciarono

a pullulare nuovi germogli, uno dei quali, ripiantato accanto al

trono di diamante, è diventato oggi maestoso.

Nella vita del Buddha appare un altro albero: il ‘Ficus bengalen-

sis’.

Lasciato il luogo dell’illuminazione, egli vide aprirsi di fronte a

lui uno splendido viale tracciato dagli dei e andò a sedersi sotto

l’albero Vata, il ‘Ficus bengalensis’, detto anche il fico dei baniani,

ovvero dei mercanti, perché essi sistemavano le loro bancarelle

alla sua ombra.

Sotto l’albero degli dei che lo abitavano resero omaggio a chi 

era riuscito a liberarsi. Anche il ‘Ficus bengalensis’ è maestoso e

si moltiplica grazie alle sue radici che creano un boschetto capace

di giungere fino a seicento metri di circonferenza. 

(A. Cattabiani, Florario)

 

 

 

 

 

 

una cesta di fichi 2

  

UNA CESTA DI FICHI (2)ultima modifica: 2012-03-18T10:30:00+01:00da giuliano106
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