Precedente capitolo:
Prosegue in:
Foto del blog:
– Ricordati che godo dell’immunità parlamentare.
Doveva essere una specie di catechismo, pensò Smiley, fa parte
dei normali insegnamenti di Karla.
….- Scotch,
rispose Haydon
– e bello grande!
….Haydon aveva tradito.
Come amante, come ministro dell’interno, come collega, come
amico, come patriota, come membro di quell’inestimabilità èlite
che Ann chiamava il Clan, …la Casta: …. sotto ogni aspetto.
Aveva apertamente perseguito uno scopo e segretamente mirato
al suo opposto.
Lui, Smiley, sapeva benissimo che neppure in quel momento
Haydon si rendeva perfettamente conto della portata di quella
spaventosa duplicità, e tuttavia una parte di lui si levava già a
difesa di Hydon.
Non era stato tradito anche lui, Bill?
Bill che vuol fare il processo ai burattini, ma trascura i mandanti….
Povero Bill, ti hanno incastrato a suo tempo con una segretaria,
una ballerina di quart’ordine….
Poi gli risuonarono nelle orecchie le parole di Connie:
– Poveri tesori miei, abituati all’impero, abituati a dominare il
mondo…. Tu sei l’ultimo George, tu e Bill siete gli ultimi, per
quanto distanti dalla verità, nel paradosso del gioco alchemico
di Karla, eravate vicini ad essa…
Vide con penosa chiarezza un uomo ambizioso nato per i grandi
affreschi, allevato per governare, curare e purgare il mondo dal
male, dividere e poi….conquistare, le cui visioni e vanità erano
tutte puntate, come quelle di Percy, sul gioco mondano: un uo-
mo per il quale la realtà era un’isola povera con appena una voce
capace di giungere al di là del mare.
E così avvertì non solo il disgusto ma, nonostante tutto ciò che
quel momento significava per lui, un impeto di risentimento
contro le istituzioni che avrebbe dovuto proteggere:
– Il contratto sociale è bivalente, sa…
aveva detto Lacon.
Le disinvolte menzogne del Ministro, la taciturna compiacenza
morale di Lacon, i disservizi, le informazioni fasulle, l’irruente
avidità di Percy: …..uomini come quelli invalidavano qualsiasi
contratto, perché bisognava essergli fedeli….
(J. Le Carré, La talpa)