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…..L’opinione pubblica e il suo régime sono oggi, in una forma
disorganizzata, quel che i sistemi educativi e politici cinesi so-
no in una forma organizzata; e se l’individualità non riuscirà
ad affermarsi affrancandosi dal giogo, l’Europa tenderà, mal-
grado il suo nobile passato e la sua professione di Cristiane-
simo a diventare un’altra Cina.
Cos’è che ha risparmiato sinora all’Europa questa sorte?
Cos’è che ha fatto, della famiglia delle nazioni europee, un’-
area di progresso e non di immobilismo?
Non certo una qualche loro superiorità che, quando esiste,
è semmai l’effetto non la causa; è stata piuttosto la loro note-
vole diversità di caratteri e di culture.
In Europa, individui, classi e nazioni sono stati estremamen-
te diversi gli uni dagli altri: hanno battuto un enorme quanti-
tà di sentieri diversi, ognuno dei quali conduceva a qualcosa
di pregevole.
E sebbene, in ogni epoca, chi aveva imboccato una di queste
strade si dimostrasse sempre intollerante verso gli altri, seb-
bene ognuno fosse convinto che sarebbe stata un’ottima cosa
costringere tutti a seguire la propria strada, ogni tentativo di
bloccare lo sviluppo altrui non ha avuto quasi mai un succes-
so durevole.
Così ognuno, col tempo, ha finito per assimilare quel che di
buono avevano da offrire gli altri. A mio parere, è a questa
pluralità di strade diverse che l’Europa deve interamente il
suo sviluppo progressivo e multiforme; ma si tratta di un
pregio che comincia già a impoverirsi parecchio.
L’Europa sta avanzando decisamente verso l’ideale cinese
che vuole gli uomini tutti uguali…..
(J. S. Mill, La libertà)