QUARTA POESIA

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Sulla terra ove incedi la gota noi ben cento volte ponemmo:

l’ipocrita faccia del volgo a distanza ponemmo.

Il peso del mondo noi non caricammo su debole cuore:

noi quel peso, legato d’un solo capello, da parte ponemmo.

Sulla strada di coppa e coppiere dal volto di luna,

arco e volta di scuola, discorsi eruditi ponemmo.

Noi non con l’esercito ci conquistammo salvezza qual regno:

sopra trono regale con forza di braccio noi non ci ponemmo.

Magia d’occhio amico che giochi fa mai? Noi ben ferme

le nostre basi su sguardo fugace di mago ponemmo.

Senza i vezzi di quel narciso in gran pena

sulle ginocchia, noi simili a viola, noi fervido capo ponemmo.

Come quelli che osservan la luna, alla festa d’unione sperando,

su quei sopraccigli noi supplici gli occhi ponemmo.

‘Ma dove, poeta’, mi chiedo, ‘sta quel cuore vagante?’

Negli anelli dei riccioli curvi, ecco, là lo ponemmo.

(Hafez)





 

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QUARTA POESIAultima modifica: 2012-05-21T00:00:00+02:00da giuliano106
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