CON IL FREDDO E LA NEVE PARLARE

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Sin dalle più remote fasi della storia dell’umanità, grotte e

caverne hanno fornito agli uomini riparo e protezione.

Innumerevoli in tutto il mondo sono infatti i casi di grotte

al cui interno sono state rinvenute tracce di antiche frequen-

tazioni, ceneri di focolari, resti di abitazioni, strumenti litici

ecc…


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In altri casi, le grotte costituirono invece trappole mortali o

divennero ingloriosi ‘raccoglitori’ di resti umani: è il caso

delle grotte di Sterkfontein (Sudafrica), dove oggi i paleon-

tologi rinvengono numerosi fossili di australopiteci, o di

Altamura, la grotta che conserva il più completo scheletro

fossile oggi conosciuto di un nostro progenitore.

E’ evidente però che da sempre l’uomo ha visto nella grotta

qualcosa di più che un semplice riparo o un pericolo; con il

suo addentrarsi nell’oscuro ventre della terra, la grotta è sem-

pre stata percepita come una sorta di ‘accesso all’altro mondo’,

un luogo dove era possibile entrare in contatto con la sfera del

sovrannaturale.

Ne sono la prova grotte come Altamira, Lascaux, Chauvet o

Cosquer, dove gli artisti paleolitici hanno lasciato splendide

testimonianze artistiche che ci narrano di come nelle grotte si

svolgessero rituali di rito sciamanico.

Da allora, in ogni tempo e a ogni latitudine, le grotte divenne-

ro santuari e luoghi sacri, spesso legati alle divinità ctonie, del-

la fertilità e dell’acqua.

La prime che visitiamo sono le grotte di Baisun Tau.


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In questo lembo del Pamir-Alaj, l’orogenesi alpino-himalayana ha

prodotto ampie monoclinali che si svilupponano per oltre 40 Km

in direzione nord-est/sud-ovest, formando dorsali parallele alte

quasi 4000 m., costituite da calcari giurassici con copertura di ges-

si e arenarie rosse.

E’ un’area carsica d’alta quota, con risorgenze basali poste a circa

1500 m., che potrebbe contenere la più profonda grotta della terra.


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Ulugh Beg e Festivalnaja, nel massiccio di Hodja Gur Atà, sono

rispettivamente il più alto ingresso del mondo e il più alto siste-

ma carsico dell’area, e ancora Boj Bulok, nel massiccio di Chul

Bair, è l’undicesimo abisso del mondo per profondità.


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POSIZIONE:

Baisun Tau è una regione montagnosa, al confine con il Tagikistan,

nel bacino dell’Amu Darja, affluente del lago d’Aral.


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DIMENSIONI:

Ulugh Beg (ingresso 3750 m., sviluppo spaziale 1500 m., dislivello –

240 m.).

Festivalnaja (quota 3500 m., sviluppo 12.700 m., dislivello – 628 m.).

Boj Bulok (quota 2900 m., sviluppo 14.270 m., dislivello 1415 m.)





 

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