LA GENESI (5)

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Uno dopo l’altro, i fautori e i profeti della scienza e della tecnica

trasformarono il credo baconiano e cartesiano in un’ideologia

del dominio aggressiva, invasiva e sistematica, cioè, per usare

le parole di Leiss, in ‘un’ideologia da crociati’.

Negli scritti dell’epoca si sosteneva che il progresso delle arti

e delle scienze avrebbe instaurato il dominio dell’uomo sulla

terra. Leiss, citando Joseph Glanvill (1688), afferma che la

società di allora riteneva che:

 

Una volta che la natura fosse stata conosciuta, sarebbe stata per questo

stesso motivo sottomessa, domata e messa al servizio della vita umana.

 

Frasi simili compaiono negli scritti di quasi tutti i principali

pensatori occidentali successivi a Bacone e Cartesio.

L’espressione ‘conquista della natura’ fu così abusata da non

essere più messa in discussione e da renderla plausibile in

ogni situazione.

Leiss sostiene che dopo il XVII secolo:

 

Pochi pensatori avrebbero avvertito la necessità di analizzare cosa

potesse celarsi dietro l’espressione ‘dominio sulla natura’. Il significato

dell’espressione si era fossilizzato in seguito alla sua continua reiterazione

nell’ambito di un contesto ampliamente condiviso.

 

Per riassumere, il dominio sulla natura divenne la forza motrice

intellettuale dell’era moderna, per scienziati e tecnocrati così

come per riformatori e progressisti.

Nel XIX secolo, i seguaci del filosofo socialista francese Claude

Henri Saint-Simon fecero proprie tali idee al fine di descrivere

come l’era industriale avrebbe trasformato la società:

Lo sfruttamento dell’uomo da parte dell’uomo sta ormai tramontando.

Lo sfruttamento del pianeta e della natura è d’ora in avanti l’unico

fine dell’attività umana.

(prosegue in dialoghi con Pietro Autier)

 

 

 

 

 

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LA GENESI (5)ultima modifica: 2012-03-22T00:00:00+01:00da giuliano106
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