LE ORIGINI (2)

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A questo punto si inserisce l’opinione degli antichi storici cinesi.

Per loro, i Tibetani propriamente detti, quelli il cui regno ha unificato

il paese all’alba della sua storia, I Tufan, sono un ‘ramo’ dei Qiang

(Chiang).

Questi Qiang sono noti attraverso documenti cinesi sin da circa il

XIV secolo avanti la nostra era, e fino ai nostri giorni. Erano dappri-

ma i vicini occidentali dei Cinesi (dinastie Shang e Zhou), a nord-

ovest della Cina. Intorno all’inizio della nostra era avevano popolato

le zone di confine sino-tibetane, dal Kokonor fino al Sichuan.

Nel momento in cui il potere regale tibetano dei Tufan faceva la

sua comparsa nello Yarlung, due importanti paesi di popolazione

Qiang occupavano l’attuale Kham, o Tibet orientale: il ‘Paese delle

donne’ e il paese di Fu.

Questi Qiang erano collegati a un’altra popolazione del nord-est

tibetano, i Sumpa (in tibetano) o Subi (in cinese), mentre più a nord,

nell’attuale Amdo, si sovrapponevano a una popolazione turco-

mongola venuta dalla Manciuria, i Tuyuhun (in cinese) o Azha

(tibetano) che vi avevano fondato un regno.

Questa popolazione mista, il cui territorio fu chiamato Minyag dai

Tibetani, si è conservata nella regione del Kokonor e nel nord-est

della Cina, ove si è organizzata in stato, il Xi Xia, dal 1032 al 1226.

In precedenza, ancor prima dell’arrivo di queste popolazioni turco-

mongole, i Qiang avevano assorbito, nella medesima regione, i resti

di un popolo indoeuropeo, gli Yuezhi, i quali erano stati costretti,

all’inizio della nostra era, ad emigrare ad ovest.

Toscari o Indosciti, essi fondarono stati importanti che, a loro volta,

hanno lasciato tracce alla frontiera del Tibet. Gruppi di Qiang vivo-

no ancora oggi sulle montagne delle zone di confine sinotibetane;

hanno lingua, credenze e costumi di fatto affini a quelli Tibetani.

E, come i Tibetani, si dicevano, già nel VII secolo, discendenti da

una scimmia; hanno in comune con i Tibetani un elemento impor-

tante delle loro concezioni relative al capostipite e al Cielo, e in

esse il montone bianco e la scimmia svolgono un ruolo di primo

piano; infine, è appunto presso di loro che gli storici cinesi segna-

lano sin dal VII secolo alcune costruzioni monumentali in pietra,

sorte di torri o case fortificate, ancor oggi frequentati nelle loro

terre, ma che si trovano anche nel Kongpo e nel Lhobrag, e sem-

brano essere i prototipi dell’architettura tibetana in generale.

E così, l’idea che bisogna farsi degli antichi Tibetani è un po’ di-

versa da quella che più spesso viene in mente quando si parla di

nomadi, allevatori di yak e di cavalli sulle steppe degli altipiani

del nord.

Si dovrebbe pensare, piuttosto, ad alpeggi ai margini di fitte fo-

reste, e ad uomini che frequentano entrambi gli ambienti. Non che

il grande allevamento, tipico dei pastori del nord, non sia divenuto

ben presto una parte integrante della civiltà tibetana: il regno tibe-

tano dello Yarlung, sviluppatosi, estese rapidamente il suo potere

verso il nord-est; Sumpa e Azha furono sottomessi e presto assimi-

lati (VI-VII secolo), e finirono con l’essere niente altro che clan e 

distretti tibetani.

Sin da allora troviamo, nei testi di poco posteriori, lunghi racconti

folkloristici sulla inimicizia fra cavalli e yak.

(R.A. Stein, La civiltà Tibetana)

 

 

 

 

 

 

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LE ORIGINI (2)ultima modifica: 2012-04-18T18:00:00+02:00da giuliano106
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