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…..Per definizione, migrazione significa entrare in terre
sconosciute, in cui si verrà a contatto con nuovi tipi di
animali e piante e dove occorrerà reperire nuove fonti
dislocate di acqua dolce, legna da ardere, pietre e altre
risorse e trasmettere agli altri le relative informazioni.
Una simile comunicazione sarebbe stata essenziale a
prescindere dal fatto che concepiamo le migrazioni de-
gli esseri umani primitivi come più simili a quelle degli
altri grandi mammiferi o a quelle dei moderni esplorato-
ri umani.
Comunque siano andate le cose, gli esseri umani primiti-
vi dipendevano per la propria sopravvivenza e riprodu-
zione dal fatto di lavorare in maniera cooperativa in qua-
lità di membri di un gruppo.
Tale collaborazione sarebbe stata essenziale soprattutto
durante le battute di caccia grossa. Per raggiungerla, era
necessaria la trasmissione da un individuo all’altro di in-
formazioni sul mondo naturale.
I moderni cacciatori-raccoglitori parlano frequentemente
delle impronte e delle tracce lasciate dagli animali, delle
condizioni meteorologiche, di strategie di caccia alternati-
ve e così via.
…….Come potrebbe essere stata raggiunta una simile inte-
razione dalla comunicazione ‘Hmmmmmmm’?
In primo luogo, dovremmo tenere conto della possibilità
che gli esseri umani primitivi si servissero di oggetti per
supportare le loro espressioni orali e i loro gesti.
Il solo fatto di fare ritorno nella propria comunità portan-
do qualche nuovo tipo di pietra o pianta, la carcassa di un
mammifero mai visto prima, o le piume di un uccello, a-
vrebbe potuto dire già molto.
Similmente, l’espressione del proprio stato emozionale per
mezzo di vocalizzazioni e del linguaggio del corpo sarebbe
stata estremamente informativa: gioia, eccitazione e fiducia
a suggerire nuove opportunità di approvvigionamento; ar-
rendevolezza e remissività a indicare l’esito fallimentare
di una lunga spedizione di caccia e raccolta in un nuovo
territorio.
Un mezzo efficace di trasmissione ‘delle informazioni’ fra
membri dello stesso ‘gruppo’ avrebbe potuto essere l’aggiun-
ta della mimesi al repertorio di metodi contemplato dalla co-
municazione ‘Hmmmmmmmmm’, intendendo per mimesi
‘ la capacità di produrre atti rappresentazionali e autoindot-
ti che sono intenzionali ma non linguistici’.
….Merlin Donald, della Queen’s University in Ontario, fornì
una possibile definizione di mimesi in un suo libro.
L’uso della mimesi, affermò Donald, consentì di creare nuo-
vi tipi di strumenti, di colonizzare nuovi territori, di utiliz-
zare il fuoco e di affrontare la caccia ai grandi animali, tut-
te cose che andavano oltre le capacità degli ominidi più an-
tichi, non mimetici.
Donald opera una distinzione tra mimesi, mimica e imita-
zione.
La mimica è una riproduzione fedele, un tentativo di crea-
re una copia il più possibile identica all’originale.
Per quanto la mimesi possa incorporare sia la mimica che
l’imitazione, è fondamentalmente differente giacché coin-
volge l”invenzione di rappresentazioni intenzionali’.
Dunque, anche se i gesti di stringersi il cuore o di coprirsi
il volto potrebbero aver avuto origine dall’imitazione delle
reazioni di qualcuno a un’esperienza di dolore, quando ven-
gono utilizzati per rappresentare il dolore dovrebbero essere
definiti mimetici.
Donald, spiega inoltre, che la mimesi può abbracciare un’as-
sai ampia varietà di azioni e di modi per esprimere i molte-
plici aspetti del mondo percepito.
Pur ritenendo che una forma di cultura a base linguistica
abbia rimpiazzato la cultura mimetica, egli ammette che
la mimesi continuò a costituire un ingrediente fondamen-
tale della cultura umana per tutta la storia fino ai giorni
nostri.
E’ probabile che l’imitazione degli animali abbia costituito
un aspetto chiave delle interazioni tra gli esseri umani pri-
mitivi: sia la mimica che la più sofisticata mimesi dei loro
suoni e movimenti, al fine di indicare ciò che era già stato
osservato o quello che avrebbe potuto essere visto in futu-
ro.
Per sostanziare questa ipotesi sul comportamento degli es-
seri umani primitivi, è utile considerare alcuni popoli cac-
ciatori-raccoglitori moderni.
L’usanza di mimare gli animali è assai diffusa in tali comu-
nità come parte delle loro pratiche di caccia e dei loro ritua-
li religiosi…….
(Steven Methen, Il canto degli antenati)