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Nel quadro vediamo Feodos’ja Prokof’evna su una slitta contadina nell’atto
di venire trasportata attraverso Mosca verso il suo esilio.
Su questa tela straordinaria possiamo cogliere tutta l’atmosfera dello scisma:
popi sghignazzanti, le facce preoccupate dei semplici e dei nobili chiaramente
simpatizzanti con la martire, i volti severi dei fautori dell’antichità, il ‘folle in
Cristo’.
E al centro la stessa Feodos’ja Prokof’evna col simbolo delle sue convinzioni:
il segno di croce a due dita….
Torniamo adesso sul sentiero che porta sul fiume Abakan. E’ una via, ce se
saremo già accorti, i cui inizi si perdono in un tempo lontano. Cerchiamo allora,
sia pure per sommi capi, di seguire questa traccia fino alla fine.
Lo scisma non venne sanato nemmeno dopo la morte dello zar Aleksej nel 1676.
Al contrario: la caduta di Nikon, le epidemie di peste, che in quegli anni avevano
falciato centinaia di migliaia di persone, e la morte inaspettata dello stesso zar
non avevano fatto che convincere gli scismatici che ‘Dio era dalla loro parte’.
Lo zar e la Chiesa si trovarono costretti a adottare misure severe. Ma ottennero
solo di aggravare la situazione.
Fra le masse si sparsero voci sulla fine del mondo.
Tale convinzione era così forte, che nello scisma comparvero correnti che predicavano
il suicidio volontario nel nome della ‘salvezza dell’Anticristo’.
Iniziarono a verificarsi suicidi di massa.
C’erano uomini che si lasciavano morire di fame a decine, oppure si sbarravano
in casa e negli eremi. La forma più diffusa di tutte fu l’autoimmolazione: ‘il
fuoco purifica’. Si immolavano intere famiglie e villaggi. Gli storici ritengono
che si siano bruciati vivi 20.000 fautori tra i più fanatici della vecchia fede.
L’ascesa al trono di Pietro, con le sue innovazioni particolarmente marcate,
fu recepita dai Vecchi Credenti come quell’avvento dell’Anticristo già predetto
da tempo. Indifferente alla religione, Pietro ritenne tuttavia ragionevole ‘non
perseguitare’ gli scismatici, ma farne bensì un censimento e imporre loro una
tassazione doppia. Alcuni Vecchi Credenti accettarono di buon grado questa
legalilizzazione, altri ‘fuggirono‘ l’Anticristo in lontane foreste. Pietro istituì
l’apposito ufficio degli Scismatici per rintracciare i Vecchi Credenti che
cercavano di sottrarsi al tributo.
Ma grande è la terra russa!
Vi si trovarono molti punti reconditi ove l’occhio dello zar, né la sua mano
poterono mai giungere. A quel tempo la Siberia e le regioni dell’Oltrevolga,
del Nord e del corso del Don erano luoghi sperduti ove poterono insediarsi
gli scismatici. Ma la vita raggiungeva, accerchiava e divideva questi protestanti
la cui dissidenza si esprimeva nella vita religiosa, quotidiana e anche sociale.
All’inizio si formarono due correnti nello scisma: ‘sacerdotale’ e ‘asacerdotale’.
La corrente degli asacerdotali, priva di Chiesa com’era, si disperse assai presto
per monti e foreste e si suddivise in una moltitudine di sette, correnti e divisioni
dovute all’eterogeineità sociale, di stile di vita, d’ambiente e spesso anche al
capriccio dei predicatori.
Nel secolo scorso i Vecchi Credenti divennero oggetto dell’interesse di letterati,
storici ed etnologi. Questo è molto comprensibile. Si provi a immaginare una
casa in cui numerose generazioni abbiano compiuto le ristrutturazioni e i
rinnovamenti più vari: abbiano cambiato i mobili, le stoviglie, i vestiti, le
abitudini e all’improvviso in questa casa si scopra un vecchio solaio pieno
delle masserizie di bisnonni e trisnonni: certo questo non potrebbe mancare
di suscitare un vivo interesse.
Dai tempi di Pietro la Russia era mutata fino a divenire irriconoscibile, ed
ecco che all’improvviso si scopriva un solaio del genere nelle foreste e sui
monti. La vita quotidiana, i vestiti, il cibo, le consuetudini, la lingua, le icone,
i riti, i vecchi libri manoscritti, le tradizioni dell’antichità – tutto era stato
preservato benissimo in quel museo vivente del passato.
Per di più molte correnti della vecchia fede erano nemiche del servaggio e
dello stesso potere dello zar. Questo aspetto della questione indusse l’esule
Herzen a tastare il terreno per una eventuale alleanza con i Vecchi Credenti.
Ben presto però si convinse che l’alleanza era impossibile. Da una parte, nelle
comunità contadine di Vecchi Credenti si era sviluppata una classe del tutto
in accordo con lo zarismo e dall’altra in molte correnti prevalevano un
oscurantismo retrogrado, una superstizione e un fanatismo contrari alla
natura della vita umana.
Tale era appunto la corrente detta dei fuggitivi.
Costoro ritenevano che solo fuggendo e nascondendosi fosse possibile salvarsi
dall’Anticristo incarnato nella persona dello zar, dalla corvée feudale, dall’
oppressione dei potenti.
(Vasilij Peskov, Eremiti nella taiga)