NON SOLO ERETICO MA ANCHE APOSTATA

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Vale forse la pena di indagare come il corpo circolare possa

contenere le cause incorporee delle forme materiali.

Infatti, è chiaro ed è evidente di per sé che, prescindendo da

queste cause, la generazione non può sussistere.

Perché, infatti, c’è una tale molteplicità di cose soggette al

divenire?

Quale origine ha la differenzazione del sesso maschile da

quello femminile?

Da dove proverrebbe il carattere distintivo degli esseri secondo

forme determinate, se non vi fossero ragioni preesistenti e pres-

tabilite e cause predeterminate a fungere da modello?

Se noi le percepiamo solo con difficoltà, cerchiamo di purificare

ulteriormente gli occhi dell’anima.

La vera purificazione consiste nel ripiegarsi su sé stessi, e nel

riflettere come l’anima e l’intelletto materiale siano una sorta

di calco e di modello delle forme materiali.

Infatti, non esiste nulla di corporeo, o un solo fenomeno riguar-

dante i corpi, che sia concepito come incorporeo, di cui l’intelli-

genza non possa farsi rappresentazione incorporea: questo non

potrebbe avvenire se non possedesse qualche elemento natural-

mente connesso con le forme incorporee.

E appunto per questa ragione, Aristotele chiamò l’anima ‘il luogo

delle forme’ se non in atto, almeno in potenza.

Un’anima simile, che è rivolta al corpo, deve necessariamente

possedere queste forme in potenza. ma, se un’anima è indipen-

dente e immune da mescolanza, dobbiamo ritenere che contenga

tutte le ragioni non in potenza, ma in atto.

Cerchiamo di chiarire queste considerazioni con l’esempio utiliz-

zato dallo stesso Platone nel Sofista benché per un altro fine.

Platone a un certo punto osserva che, se qualcuno che si occupi

diimitazione desidera imitare l’originale così che questo sia ripro-

dotto esattamente, un simile tentativo gli riesce faticoso e difficile

e giunge, per Zeus, ai limiti dell’impossibile, mentre l’imitazione,

che si limita a riprodurre l’apparenza della realtà, è piacevole,

facile e certamente conseguibile.

Così, dunque quando prendiamo uno specchio e lo facciamo


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ruotare, cogliamo facilmente le immagini di tutti gli oggetti e

mettiamo in evidenza i contorni di ciascuno.

Da quest’esempio risaliamo all’analogia di cui dicevo, e lo

specchio stia per quello che Aristotele chiama luogo delle

forme in potenza.

Certo, le forme stesse debbono sussistere in atto prima che in

potenza. Perciò, se l’anima che è in noi contiene in potenza, co-

me pensa Aristotele, le forme degli esseri, dove collocheremo

queste forme nel loro stato primario di attualità?

Forse negli esseri materiali?

Certo no, poiché si tratta manifestatamente di esseri di infimo

ordine.

Non resta che ricercare cause immateriali in atto e prestabilite

agli esseri materiali. La nostra anima, coesistendo e procedendo

con loro, ne riceve necessariamente le ragioni delle forme, come

gli specchi le immagini degli oggetti, e quindi grazie alla natura

li trasmette alla materia e a questi corpi materiali.

Noi, in effetti, sappiamo che la natura è creatrice dei corpi poiché,

nella sua totalità, è creatrice dell’universo, mentre è assolutamente

evidente che la natura individuale di ciascuno è creatrice degli es-

seri particolari.

Tuttavia, mentre la natura esiste in noi in atto senza rappresenta-

zione, l’anima, che è superiore ad essa, ha ricevuto la capacità di

rappresentazione.

Se ammettiamo dunque che la natura contiene in sé le cause di

cose, di cui peraltro non ha rappresentazione, perché, in nome

degli dei, non attribuiremo questo stesso privilegio all’anima,

e in un grado più alto e prioritario, dal momento che lo conce-

piamo con la rappresentazione e lo comprendiamo con la

ragione?

Chi poi sarà così amante delle controversie, da ammattere che

le ragioni esistono per natura, anche se non tutte ugualmente in

atto, almeno in potenza, e da non accordare d’altra parte questo

stesso privilegio all’anima?

Se perciò le forme eistono per natura in potenza ma non in atto

e anche nell’anima in potenza, ma a un livello più alto di purez-

za e di separazione, in modo tale che appunto si possono com-

prendere e riconoscere ma in atto da nessuna parte, a che cosa

attaccheremo la catena dell’eterna generazione?

Su che cosa fonderemo le nostre teorie sull’eternità del mondo?

Infatti anche il corpo circolare è composto da materia e forma.

Ne consegue di necessità che, sebbene in atto questi due fattori

non sussistono mai separati l’uno dall’altro, tuttavia per la nostra

mente le forme debbono sussistere in precedenza ed essere consi-

derate anteriori.

(Giuliano Imperatore, Alla madre degli dei)






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NON SOLO ERETICO MA ANCHE APOSTATAultima modifica: 2012-04-24T19:00:00+02:00da giuliano106
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