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Anna Hanas caricata, con un primo gruppo di 644 polacchi
‘non desiderabili’, sul treno che partì da Zamosc il 10 dicembre
1942, alle ore 16, e arrivò ‘puntuale’ al campo il 12 dicembre,
alle ore 23.
Dal punto di vista tedesco il trasporto si svolse in condizioni
soddisfacenti. ‘Soltanto’ tre detenuti dovettero essere fucilati
durante il tragitto per un tentativo di fuga.
Undici riuscirono a fuggire passando attraverso le assi del
vagone. Contrariamente all’uso, gli ‘evacuati’ non furono re-
gistrati nominalmente al loro arrivo al campo.
Lì l’Hauptsturmfuhrer della SS Haumeier, attento ad applicare
con rigore i criteri di classificazione prescritti dall’EWZ, si
preoccupò della presenza di ‘casi II’, vale a dire di quasi tedes-
chi sotto il profilo razziale, ed esigette un loro riesame.
D’altra parte, cercando di incrementare il rendimento medio del
lavoro dei detenuti, Haumeier auspicava vivamente che ‘i mino-
rati, gli idioti, gli storpi e le persone malate fossero allontanati
il più rapidamente possibile, tramite liquidazione, al fine di
allegerire il campo’.
Ma l’Hauptsturmfuhrer della SS, puntiglioso deve riconoscere
che: ‘Questa misura si scontra con un mare di difficoltà, giacché
in base a direttive del RSHA, i polacchi, contrariamente al prov-
vedimento applicato agli ebrei, devono morire di morte naturale.
Da quanto detto, bisognerebbe forse trarre la conclusione che
la famiglia Hanas ha, tutto sommato, beneficiato di un ‘trattamento
di favore’?
Parliamo piuttosto del trattamento ordinario: l’uccisione col gas
degli sfollati costituisce un procedimento eccezionale, mentre
molti di loro muoiono per sfinimento dovuto ai lavori forzati.
Tendono a sopravvivere solo i più giovani, che sono riusciti a
eludere la sventura di contrariare in una qualche occasione i
propri carcerieri.
Per evitare le situazioni imbarazzanti, la direzione del campo
chiede che le vengano ormai inviati soltanto espulsi in condi-
zioni fisiche di lavorare; per gli internati, ciò equivale, secondo
le previsioni della SS, a una speranza di vita di circa sei mesi.
Il destino ultimo di ognuno risponde alla perequazione del
suo statuto razziale, della sua età e della sua capacità di lavoro.
Tale ‘giudizio finale’ è riassunto in una sigla di due iniziali,
segnata sulla carta di registrazione conservata nello schedario
di Zamosc, un duplicato della quale è depositato anche presso
lo schedario centrale di Litzmannstadt.
La stessa sigla si trova anche sulla carta di identità degli inte-
ressati:
– WE: idoneo a essere germanizzato, sia nel Reich sia in una
colonia tedesca dell’est;
– RD: reclusione in un ‘villaggio di pensionati’ nel Governatorato
generale;
– KI: operazione bambini, sottrazione del minore al genitore e
sua adozione da parte di una famiglia tedesca residente nel
vecchio Reich;
– AG: assegnazione come lavoratore nel Governatorato generale;
– KL: internamento a Birkenau.
Questa classificazione, elaborata dai funzionari dell’UWZ, ven-
ne applicata alla lettera durante la prima grande operazione di
espulsione, avviata il 27 novembre 1942.
In ventuno giorni sono state espulse da 60 villaggi complessivamente
9771 persone.
Sono rimaste sul luogo, come lavoratori agricoli o operai specializzati
2716 persone.
Le 7055 persone trasferite al campo di Zamosc sono state filtrate e accor-
pate ai seguenti gruppi di valutazione:
– gruppo II, (da rigermanizzare): 314 persone ossia il 4,4%;
– gruppo III (importanti solo al riguardo della loro capacità di lavoro):
5147 persone ossia il 73%;
– gruppo IV (previste per il campo di lavoro di Auschwitz): 1594 persone
ossia il 22,6%.
Le persone del gruppo III come anche i bambini fino ai 14 anni e i
vecchi di più di 60 anni del gruppo IV, i quali devono essere detenuti
internati nei cosiddetti villaggi di pensionati, sono state ripartite come
segue:
– AA: 1751;
– R: 1436;
– KI: 1838;
– AG: 806.
Del gruppo di valutazione IV, tolti i vecchi e i bambini, 910 persone
sono previste per il campo di lavoro di Auschwitz.
Con quattro trasporti, sono state mandate a lavorare a Berlino 1310
persone, con tre trasporti, 2207 persone nei villaggi di pensionati, con
due trasporti, 285 persone in rigermanizzazione, con un trasporto, 644
sono state portate al campo di lavoro di Auschwitz.
La popolazione restante e le perdite dovute a decesso, fuga ecc. ammon-
tano a 2609 persone.
(Conte/Essner, Culti di sangue)